Cnel: scaduto oltre il 60% del contratti collettivi in diversi settori

Oggi il Cnel ha pubblicato un report nella quale è stato evidenziato che oltre il 60% dei contratti collettivi è scaduto

Secondo gli ultimi dati Istat concernenti l’occupazione su base mensile cominciano ad intravedersi dei miglioramenti relativi al numero di persone occupate ma, rispetto a febbraio 2020, ossia prima dell’inizio della pandemia da Covid – 19, vi è una diminuzione del tasso di occupazione pari al 2%. In particolare, i lavoratori più fragili, si confermano essere le donne e i giovani tra i 15 e 24 anni.

I dati pubblicati dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro

Tanto premesso, nella giornata di oggi, sono stati depositati all’Archivio Nazionale dei Contratti Pubblici e Privati del CnelConsiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro -, il numero dei diversi contratti nazionali che, per il mese di giugno risultano essere in totale 985, con un aumento rispetto al mese precedente di 35 unità. Successivamente, nel corso della presentazione di tali dati, il Presidente del Cnel Tiziano Treu, ha esemplificato che, la maggior parte dei contratti collettivi sono scaduti. Nel dettaglio per quanto riguarda 85,7% del settore afferenti al credito e le assicurazioni, l’81,8% nell’area riguardante i poligrafici e lo spettacolo ed il 72% nel settore dell’edilizia; contestualmente è stato segnalato che ad oggi risultano scaduti 69 contratti collettivi, ulteriori 81 scadranno nel secondo semestre 2021 e 117 giungeranno a scadenza nel corso del 2022.

Necessario innovare le politiche sociali

Oltre a quanto precedentemente esemplificato il Presidente del Cnel ha sottolineato che, essendo le ricadute del Pnrr incerte e più basse rispetto a quanto dichiarato da altri paesi europei occorre una forte innovazione per quanto concerne le politiche sociali ed un correlato salto di qualità in riguardo alla qualità e alle funzioni del welfare.