Brexit: 30 cittadini Ue detenuti e rimpatriati da inizio 2021

Secondo le autorità britanniche avrebbero provato ad entrare senza né permesso di lavoro né visto. La notizia data dal quotidiano Politico.eu

Con l’entrata in vigore della Brexit, all’inizio del 2021, le autorità del Regno Unito avrebbero trattenuto nei centri d’immigrazione e rimpatriato nei loro paesi d’origine circa trenta cittadini europei, tra cui italiani, che avrebbero provato ad accedere nel Paese senza avere il visto né lo status di residenza. Lo scrive la testata Politico.eu. Fonti diplomatiche britanniche ad Adnkronos: “Nessun caso, rispettate le procedure“.

La detenzione

Si tratterebbe di italiani, tedeschi, greci, rumeni e spagnoli che avrebbero tentato di entrare in Inghilterra, forse in cerca di lavoro, senza disporre della documentazione necessaria. Fermati dalla polizia di frontiera, sarebbero stati detenuti nei centri di rimozione fino a una settimana, probabilmente per le difficoltà a organizzare i rimpatri a causa delle restrizioni dovute alla pandemia.

Una ragazza spagnola di 25 anni, scrive ancora Politico, sarebbe stata rilasciata venerdì dopo aver trascorso alcuni giorni in un centro a due ore dall’aeroporto Gatwick di Londra, dove era arrivata da Valencia il 3 maggio. La giovane era venuta in Gran Bretagna dove aveva già lavorato nel 2019, riporta il sito d’informazione. Nel periodo trascorso nel centro per migranti, ha raccontato, non poteva avere accesso al suo telefono cellulare né, a causa di una recrudescenza del Covid-19 tra i fermati, ha potuto ricevere la visita della sorella che vive in Inghilterra. Altri raccontano di stanze senza riscaldamento e di sbarre alla finestre.

Dall’1 gennaio di quest’anno, quando è scattata la Brexit, i residenti nell’Ue possono entrare in Gran Bretagna per lavoro solo con un visto o nel quadro dell’Ue Settlement Scheme, che riguarda chi viveva nel Paese prima della Brexit. L’alternativa è l’ingresso per motivi turistici, con una permanenza di massimo 90 giorni. La polizia di frontiera inglese mantiene il diritto di respingere gli europei di fronte a ragionevoli dubbi.

Gli inglesi in Italia

Intanto è stato reso noto il sondaggio fatto sui propri canali social dall’Ambasciata britannica in Italia e rivolto ai cittadini britannici che risiedono nel nostro Paese. Hanno partecipato 1.200, sui circa 30mila stimati. E’ emerso che per la maggior parte si tratta di persone con più di cinquant’anni, che vivono da molti anni in Italia e sono ben integrate. Lombardia e Lazio ne ospitano la quota maggiore, seguite dalla Toscana. Il 60% degli interpellati risiede qui da più di dieci anni, ma l’Italia continua ad affascinare gli inglesi visto che circa il 22% ha dichiarato di essersi trasferito negli ultimi cinque anni.