Birmania, Usa chiedono stop repressione. Unicef: “500 minorenni detenuti”

L'amministrazione Usa condanna il golpe militare. Unicef lancia l'allarme sullo stato dei bambini e dei minori nell'ex colonia britannica

Myanmar

L’amministrazione americana condanna il golpe militare in Birmania (o Myanmar), e chiede alla giunta militare che ha deposto il governo guidato dal Aung San Suu Kyi di fermare la brutale repressione di liberare manifestanti e giornalisti arrestati. Gli Stati Uniti hanno già imposto sanzioni ai leader militari a partire dal colpo di stato del 1 febbraio, ma hanno aumentato la loro pressione dopo che lo scorso mercoledì le forze di sicurezza hanno ucciso ben 38 persone durante le proteste anti-golpe

Unicef: “Almeno 5 bambini uccisi”

“Con l’aggravarsi della crisi in Myanmar, il numero di bambini uccisi, feriti o detenuti arbitrariamente dalle forze di sicurezza continua a crescere. Secondo le notizie che arrivano, al 3 marzo almeno 5 bambini e diversi giovani e adulti sarebbero stati uccisi; almeno 4 bambini sarebbero stati gravemente feriti”. Lo rende noto Unicef in una nota.

Oltre a coloro che sono stati uccisi o gravemente feriti, “molti bambini sono esposti ai danni dei gas lacrimogeni e delle granate stordenti, e sono testimoni di orribili scene di violenza, in alcuni casi dirette contro i genitori o i membri della famiglia, esponendoli al rischio di forti stress psicosociali”.

Arresti di minori

Gli arresti e le detenzioni arbitrarie dei manifestanti, compresi minorenni, continuano a verificarsi. I partner dell’Unicef stimano che “più di 500 minorenni sono stati detenuti arbitrariamente. Molti di coloro che sono stati arrestati o detenuti sono tenuti in isolamento, senza accesso all’assistenza legale, in violazione dei loro diritti umani”.

L’Unicef “condanna con la massima fermezza l’uso della forza contro i bambini, compreso l’uso di vere munizioni, e la detenzione arbitraria dei bambini, e chiede alle forze di sicurezza di astenersi immediatamente dalla violenza e di tenere i bambini e i giovani lontani dai pericoli”.

L’Unicef invita tutti gli attori “a sostenere l’interesse superiore del bambino, uno dei principi fondamentali della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Crc), come considerazione primaria” e ricorda “l’obbligo di rispettare tutti i diritti dei bambini, come sancito dalla Crc e dalla legge sui diritti dei bambini del Myanmar promulgata nel 2019. I nostri pensieri – conclude Unicef – vanno alle famiglie delle vittime e a tutti i bambini colpiti da questa crisi”.