Il nuovo progetto di introdurre la legalizzazione completa dell’aborto in Argentina nelle prime 14 settimane di gestazione, annunciato questa settimana dal presidente Alberto Fernández di fronte al Parlamento, sta a significare che “i dibattiti parlamentari sono inutili”. Lo scrive l’arcivescovo di La Plata, mons. Víctor Manuel Fernández, in un intervento pubblicato sui social network e dall’agenzia Aica. Lo scorso 2 marzo il Presidente argentino Alberto Fernández ha annunciato a Buenos Aires l’intenzione di inviare “entro dieci giorni” un progetto di legge per legalizzare l’aborto nella prima fase della gravidanza e ha proposto anche una legge per garantire l’assistenza alle madri incinte e per la tutela dei figli nei primi 1.000 giorni di vita. “Lo stato deve proteggere i suoi cittadini in generale e le donne in particolare” ha detto nel suo primo discorso annuale al Congresso. “La società del 21esimo secolo deve rispettare la scelta individuale dei suoi membri di decidere liberamente sui propri corpi“. E ancora: “Criminalizzare l’aborto ha condannato molte donne, in genere quelle più povere, a cercare aborti in situazioni totalmente clandestine, mettendo a rischio la propria salute e talvolta la propria vita”.
Scrive l’arcivescovo, ripreso da Sir: “Inutile dire che difendo la vita fin dal concepimento. Per me un essere umano ha una dignità inviolabile, al di là del suo grado di sviluppo. Questa è la base ultima della difesa dei diritti umani e sociali. E questa è la stessa concezione di Papa Francesco, che ha chiaramente espresso più volte ciò”. Pertanto, “anche se condivido alcune delle cose che ha detto il presidente, mi fa molto male che citi prima Francisco e poi parli di ipocrisia per riferirsi a coloro che difendono la vita fin dal concepimento. Ha parlato di ipocrisia, ma penso che non si accorga che in questo modo guadagna alcuni applausi, ma mette il dito sulla piaga di metà degli argentini”. Mons. Fernandez lamenta il fatto che “il progetto non include nemmeno l’obiezione di coscienza e che si tratta di un progetto di aborto gratuito come quello del 2018”, partendo dall’idea che la salute “è un benessere completo e ciò rende possibile interrompere qualsiasi tipo di disagio fisico, psicologico o sociale”.
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