Rifiuti pericolosi nel Parco del Gargano: 6 arresti

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Maxi retata dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Bari e del Comando provinciale di Foggia. I militari hanno eseguito da stamane all'alba un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di sei persone accusate di aver illecitamente smaltito, riempiendo avvallamenti naturali del terreno, rifiuti pericolosi e non all'interno dell'area protetta del Parco nazionale del Gargano. L'ordinanza è stata emessa dal gip del tribunale di Bari.

Droga nel Gargano

Sta alle battute finali il processo di Bari con il rito abbreviato per gli uomini arrestati nel blitz di aprile 2019 “Ultimo Avamposto” sul traffico di droga tra Foggia e Gargano dopo la richiesta di “giudizio immediato” avanzata dai magistrati antimafia. Lo scorso 11 febbario il pm della Dda, Ettore Cardinali, 16 anni di reclusione, 3 anni di misura di sicurezza una volta espiata la pena e 26mila euro di multa per il foggiano Luciano De Filippo, 48 anni; 3 anni e 20mila euro di multa la pena invocata per la compagna Wanda Campaniello di 34 anni; 8 anni e 26mila euro di multa chiesti per il terzo foggiano dell’inchiesta Alessandro Mastrorazio di 42 anni. Sono invece 14 gli anni di reclusione (3 anni di misura di sicurezza e 24mila euro di multa) chiesti per il viestano Claudio Iannoli, 43enne già beccato nelle operazioni antidroga denominate “Agosto di Fuoco” e “Scacco al Re”; relativamente a questa ultima, Iannoli è accusato di aver provato a uccidere il boss Marco Raduano in compagnia del cugino Giovanni Iannoli. “Ultimo Avamposto” ha evidenziato per la prima volta in maniera nitida, l’esistenza di una “joint venture” della droga tra Vieste, Manfredonia e Foggia proprio grazie a uomini di spicco della malavita locale come De Filippo, parente dei Francavilla foggiani, Iannoli, tra i capi del clan Iannoli-Perna di Vieste e Renegaldo, noto trafficante di cocaina manfredoniano, vicino al clan Li Bergolis-Miucci di Monte Sant’Angelo. Iannoli-Perna e Li Bergolis sono notoriamente clan alleati.