Vitalizi regionali, un pozzo senza fondo

Il Governo non ha risolto il problema dei vitalizi nei Consigli regionali. Ne sono stati erogati oltre tremila nel solo 2012, per una spesa totale annuale di duecento milioni. Quello dei vitalizi è un brutto sistema che la politica italiana ha inventato per autofinanziarsi, basti pensare ad esempio ai maxi assegni concessi agli ex consiglieri della Regione Lazio dove la pensione scattava già a 55 anni. Ritengo che i consiglieri regionali ricevano già uno stipendio ottimo da cui si può facilmente detrarre una quota mensile con cui costruirsi una eventuale previdenza integrativa, senza che debba pensarci lo Stato. Questo meccanismo, che serve a mantenere in vita una classe di politici di professione, ha creato una situazione paradossale: alcuni consigli regionali, tra cui quello del Lazio, spendono più per i vitalizi degli ex consiglieri che per gli stipendi di quelli in carica, mentre in Sicilia la spesa dei vitalizi assorbe un terzo del costo dell’intera attività del consiglio regionale. Insomma è stato creato l’ennesimo pozzo senza fondo, a spese del contribuente. Non a caso in molte Regioni si è deciso di cancellare i vitalizi. Ma solo per il futuro. Chi il vitalizio lo incassa continuerà a farlo perché é un diritto acquisito. A me sembra più un privilegio acquisito. Perciò è necessario affrontare sul serio il problema dei vitalizi regionali, perché i privilegi permanenti e ingiustificati dei politici sono uno schiaffo per il cittadino. Il Governo ha previsto una riduzione delle spese a livello centrale, ma ancora non si è operato in modo da sforbiciare tanta parte della spesa delle Regioni che continua a non ispirarsi a criteri di equità ed efficienza. È su tutto questo complesso di privilegi che Renzi deve intervenire, senza colpire solamente i pensionati e gli statali.