UNICEF: BAMBINI RAPITI PER LA GUERRA NEL SUD SUDAN

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In appena un mese quasi cento minorenni sono stati coscritti da esercito e forze ribelli in conflitto tra loro in Sud Sudan: lo hanno denunciato oggi i rappresentanti del Fondo dell’Onu per l’infanzia (Unicef) nel paese africano. Secondo Jonathan Veitch, rappresentante dell’Unicef nel Sud Sudan, l’associazione dispone al riguardo di informazioni “credibili”. ”Abbiamo avuto informazioni attendibili – ha specificato Veitch – e in alcuni casi verificato che le forze alleate con il governo e con l’opposizione hanno rapito e arruolato centinaia di bambini nei loro ranghi solo il mese scorso”. A fine febbraio un reclutamento di oltre 80 minori era stato accertato in un villaggio presso la città di Malakal, nella regione settentrionale di Upper Nile.

Il contesto è quello di un aggravamento dei combattimenti, denunciata ieri anche al Consiglio di sicurezza dell’Onu. François Delattre, presidente di turno dell’organismo, ha ribadito la possibilità di sanzioni nei confronti dei responsabili del conflitto. Nei mesi scorsi l’Unicef aveva denunciato che sono circa 12mila i bambini soldato attualmente impegnati dall’esercito del presidente Salva Kiir o dai ribelli fedeli all’ex vice presidente Riech Machar a combattere in Sud Sudan. Anche Human Rights Watch aveva denunciato il reclutamento, da entrambe le parti coinvolte nel conflitto in corso in Sud Sudan dal 13 dicembre 2013, di bambini di età inferiore ai 13 anni per farli combattere nella guerra civile in corso nel Paese.

I responsabili dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) e del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), al termine di una missione congiunta dei loro rappresentanti in Nigeria e in Ucraina hanno inoltre lanciato un altro appello alla comunità internazionale affinchè “sostenga gli sforzi in atto” per aiutare i civili colpiti dai conflitti e che stanno “soffrendo enormemente”. “La popolazione del nord-est della Nigeria ha sofferto immensamente e, ad appena due mesi dall’inizio della stagione delle piogge, le risorse a disposizione delle comunità ospitanti sono in rapida diminuzione”.