Era il 21 aprile 1934 quando il tabloid inglese Daily Mail pubblicò una tra le foto più famose al mondo, scattata pochi giorni prima dal ginecologo britannico, Robert Kenneth Wilson. L’ immagine scura, come era logico all’epoca, sembrava mostrasse nell’acqua del lago delle Highlands, in Scozia, il collo e la testa di un animale simile ad un serpente, quello che è poi passato alla storia come il “mostro di Loch Ness”.
Successivamente si ipotizzò che quella foto potesse rappresentare in realtà la parte visibile fuori dall’acqua di un sottomarino giocattolo al quale era stata attaccata una sagoma a forma di testa di serpente. Una bufala, insomma. Nel 2009 ci fu un’altra immagine, scattata dal satellite e comparsa su Google Earth, che sembrava rivelasse la presenza di una creatura lunga una ventina di metri nel lago di Loch Ness. Tuttavia anche allora, la segnalazione fatta dal britannico Jason Cooke sfumò in una serie di smentite, per approdare alla conclusione che si trattasse di un’imbarcazione. Verità o leggenda, sta di fatto che quello scatto fatto dal Dott. Wilson è passato alla storia, per alcuni come la più grande bufala del giornalismo di sempre, per altri come un grande mistero che avvolge il lago della cittadina scozzese, prima di allora conosciuta solo per le rovine dell’omonimo castello.
Oggi Google celebra con un doodle animato gli 81 anni dalla prima pubblicazione del “mostro”, riportando anche tutto il dibattito giornalistico di quei giorni e quello che avvenne dopo: le indagini scientifiche e le storie di fantasia che hanno fatto da contorno. Intanto la comunità scientifica è quasi concorde all’unanimità che si tratti di un falso, secondo alcuni l’avvenimento costituirebbe, piuttosto che il primo esemplare di “mostro marino”, il primo esempio di turismo legato ad un fatto di cronaca.
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