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Ostaggi in mano all’Isis, Obama cambia la modalità dei negoziati

Dopo la decapitazione da parte dell’Isis dell’operatore umanitario statunitense Peter Kassig, il cui video è stato diffuso la scorsa domenica, l’alto ufficiale al Pentagono Christine Wormuth ha inviato una lettera al repubblicano Duncan Hunter, in cui afferma che negli ultimi tempi è aumentata la frequenza di cattura di ostaggi americani all’estero. Hunter, parte della commissione dei Servizi Armati per la Camera, ha fatto pressione all’amministrazione Obama perché “faccia di più” per i sequestrati dai gruppi terroristici e le loro famiglie. Il presidente, in risposta, ha ordinato una revisione completa del protocollo dei negoziati per la liberazione degli ostaggi statunitensi in mano a gruppi terroristici. Il Daily Beast riferisce che la revisione, che comprenderà una particolare attenzione sul trattamento dei familiari degli ostaggi, fa seguito alle critiche sulle attuali operazioni di negoziati, troppo spesso afflitti da lotte burocratiche interne e da mancanza di leadership, “in particolare alla Casa Bianca”.

Secondo l’alto ufficiale, “la revisione comprenderà particolare attenzione all’impegno delle famiglie, ai dati dell’intelligence e alle politiche di impegno diplomatico. L’attenzione data ai parenti degli ostaggi è significativa: i genitori degli americani decapitati dall’Isis – continua – hanno criticato la Casa Bianca per aver minacciato di perseguirli nel caso fossero stati intenzionati a pagare un riscatto. Altri si sono lamentati del fatto che l’amministrazione non abbia dato seguito a contatti che potevano indicare il luogo di prigionia degli ostaggi”. Con l’uccisione di Kassig, resta solo un ostaggio statunitense nelle mani del gruppo jihadista: è una donna, rapita in Siria lo scorso anno mentre consegnava aiuti alle vittime della guerra civile nel Paese. E quello della Camera, vista la nuova maggioranza che ha messo piede al Congresso, sembra essere l’ennesimo attacco all’attuale leadership presindenziale.

Giulia Capozzi

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