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Liberia, oltre all’Ebola c’è anche l’emergenza dell’acqua potabile

In Liberia sono circa 1 milione le persone che non hanno accesso all’acqua potabile e migliaia di bambini muoiono ogni anno con infezioni causate dall’acqua contaminata. Più di 2 milioni di persone non hanno ancora accesso ai servizi igienici adeguati e oltre il 60% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Come nei paesi vicini anche in Liberia si teme ancora l’ebola, “solo morte intorno a noi, non dimenticheremo mai” racconta George Kordahi, direttore nazionale di Sos Villaggi dei Bambini del Paese. “Abbiamo limitato i movimenti di bambini e collaboratori nei Villaggi Sos. Ci impegniamo ogni giorno a dare istruzione precise ai nostri ragazzi. Abbiamo investito sulla prevenzione e sull’educazione, sul rafforzamento familiare e sull’accoglienza”. In queste settimane inoltre si stanno scavando pozzi per l’acqua e installando pompe per garantirne la distribuzione.

“Sappiamo che ci sono ancora alcuni casi di Ebola nel paese e questo è il motivo per cui abbiamo stabilito uno standard molto elevato di controlli sanitari nei campus Sos. Abbiamo una squadra di emergenza molto attiva e preparata” ha dichiarato Quendi Appleton, capo del team di emergenza. “Gli studenti provengono da zone diverse. Dobbiamo essere molto attenti. Viene misurata la febbre e c’è l’obbligo di lavarsi le mani con acqua e cloro”.

Il numero delle infezioni dopo 6 mesi è diminuito e sono state riaperte le scuole. Le uniche ancora chiuse sono quelle che non hanno ricevuto i materiali per la prevenzione, si prevede apriranno il 2 marzo. “Sono felice di essere tornato in classe questa mattina e grato di essere tra quelli ancora in vita. Sono felice di poter vedere di nuovo i miei amici e gli insegnanti, anche se non abbiamo notizie di alcuni compagni” racconta Claris, studentessa di 13 anni. “Abbiamo ancora tanta paura ma siamo felici di tornare a una vita normale. Avremmo voluto abbracciarci ma non possiamo. Tanti sorrisi e mani alzate, ma nessun contatto”. In questi giorni ci si dedica alla formazione di insegnanti e studenti sulle misure preventive contro Ebola, una delegazione del Centro Medico Sos sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione nei vari campus scolastici.

don Marco Mondelci

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