L’Expo si apre al Servizio Civile, ma mancano le risorse

L’Expo si è aperto al contributo del servizio civile, ma mancano i fondi per la formazione e la gestione dei volontari. A denunciare la situazione sono i responsabili di Cascina Triulza, secondo cui il problema del budget è evidente. Anche il totale dei posti attivati, spiegano, è ben lontano dalle aspettative degli organizzatori del padiglione società civile: invece che 500, il governo ne ha approvati 140.

“È una questione di senso dei progetti, non economica – spiega in conferenza stampa il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala -. Questi due che abbiamo proposto sono visibili e importanti”. In particolare, i bandi di cui parla il commissario sono, il primo, per 50 persone all’interno di Cascina Triulza, il padiglione della società civile, e il secondo per 90 che lavoreranno all’interno dei cluster, i padiglioni tematici dove staranno i Paesi in via di sviluppo. In totale, ha spiegato Sala, Expo Spa mette sul piatto 800 mila euro circa, 433 euro al mese per singoli volontari, più il costo della loro assicurazione, più 90 euro di formazione.

Secondo i calcoli di Fondazione Triulza, però, all’appello però mancherebbero i costi di gestione del servizio: 78 mila euro. “Abbiamo già sborsato 40 mila euro extra, per organizzare il sistema dei volontari – ha commentato Sergio Silvotti, presidente di Fondazione Cascina Triulza – Stando ai loro calcoli, per la spesa legata alla formazione il costo minimo è di 150 euro per ogni volontario. Ne mancano 60, quindi, rispetto a quanto erogato da Expo spa”. Le associazioni che fanno formazione si tireranno indietro, ha sottolineato Silvotti: “Così rischiano di perderci”.