IL RITORNO DEI PRIMITIVI

“Ho inventato il Blower Bow, una combinazione del trapano arco e creare ventilatore per fare un dispositivo in grado di forzare l’aria nel fuoco pur essendo facile da costruire da che si verificano comunemente materiali naturali utilizzando la tecnologia solo primitiva. Ho cominciato a ventaglio un fuoco con un pezzo di corteccia di aumentare la sua temperatura. Èquesto principio di base ho migliorato in tutto il progetto”.

È l’incipit di uno dei tanti articoli postati da un nuovo fenomeno mediatico del web che, per paradosso, è tornato a vivere come gli uomini primitivi; documenta la sua ricerca su youtube tramite un proprio blog ma rifugge l’utilizzo di qualunque attrezzatura del mondo moderno.

Nei video il “primitivo” – che ha 30 anni, vive da qualche parte nel Far North Queensland, in Australia, e non dice il proprio nome – se ne sta in mezzo alla foresta tropicale australiana e mostra, con dei veri video tutorial che gira e monta da solo, come realizzare qualunque cosa “senza nessun aiuto di attrezzi o materiali moderni. Per il fuoco ci sono i bastoni, il ferro viene forgiato, le pietre lavorate, le capanne si fanno con acqua, arbusti e fango. Uno schiaffo alla modernità.

L’esperimento è interessante, il successo planetario, ma va analizzato. “La sfida – dice lui stesso – è vedere fino a che punto si può arrivare senza la tecnologia moderna”. Ma nel costruire con strumenti antichi i materiali che gli occorrono, l’homus australianus utilizza tecniche moderne, invenzioni successive al 1400 (la stessa ventola che usa per alimentare il fuoco ricorda alcune intuizioni di Leonardo Da Vinci); primitivo sì, ma per i materiali, non certo per i ragionamenti e le tecniche acquisite in secoli di storia umana.

Un’iniziativa che fa riflettere, anche se sottende un interesse economico: “Un giorno, quando scriverò il mio libro, dirò il mio nome. Ma adesso non voglio media o persone intorno alla casa dei miei vicini o alla mia terra mentre cercano di scoprire dove è il mio rifugio”.

Il suo canale, Primitive Technology, nato nel maggio 2015 e da allora costantemente cresciuto, è un fenomeno che conta più di 2milioni di iscritti e ha filmati che superano i 13milioni di visualizzazioni; un bacino importante, e per questo ha aperto un canale per ricevere donazioni, monetizza con le visualizzazioni youtube e – come detto – si appresta a scrivere un libro dove racconterà i particolari della sua esperienza.

Ma al di là della sua genuinità, è importante interrogarsi sul perché di questo successo. A ogni video viene inondato di richieste. Quale fango usare? Quali bastoni scegliere? C’è caldo nelle capanne? E altre migliaia di domande per capire come si possa sopravvivere lontano dalle comodità che conosciamo: elettricità innanzitutto, che vuol dire tv, smartphone, lavatrici, lavastoviglie. E poi gli spostamenti a misura d’uomo, camminando “con le proprie gambe”. Più che un ritorno al passato remoto, sembra più la voglia di riportare alla memoria chi siamo veramente, da dove veniamo, di cosa siamo capaci usando ciò che ci distingue dagli animali: il ragionamento.

Lungi dall’essere un esperimento di esperienza manuale, è invece rimettere al centro dell’uomo se stesso e la propria capacità di ragionare, ormai abbandonata in favore della tecnologia (non ci ricordiamo neanche più i numeri di telefono dei nostri cari…)

Alla fine, che sia un esperimento sociologico o un’abile mossa commerciale, c’è una cosa che definisce l’attenzione che ha suscitato: la voglia di semplicità. In un mondo che ormai contorce persino le emozioni, sfrondare la realtà dalle sovrastrutture è l’unico modo per ritrovare noi stessi. E rispecchiarsi in chi ha deciso per un po’ di reimmergersi nel Creato per goderne della bellezza intrinseca, è il nostro punto di fuga.