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I Nobel per la Pace lotteranno insieme per i bambini

“Questo premio è per tutti i bambini senza voce, perché possano farsi ascoltare. Voglio unire la mia voce alla loro, voglio stare al loro fianco e contribuire a questa loro battaglia affinché riescano a farsi ascoltare, perché ne hanno diritto: hanno diritto di ricevere un’istruzione di qualità, hanno il diritto di non essere sfruttati, il diritto di non essere comprati e venduti. Hanno il diritto a una vita felice”. A parlare è Malala Yousafzai, la più giovane finora ad essere stata insignita con il Premio Nobel. Onorificenza che le è stata assegnata per aver lottato per il diritto allo studio delle bambine pakistane nella valle dello Swat.

Ma il Nobel per la pace non è stato assegnato solo a Malala, ma anche all’attivista indiano Kailash Satyarthi che ha dichiarato di conoscere la ragazza pakistana e che ha degli obiettivi in comune con lei: “Ho intenzione di chiamarla quanto prima per coinvolgerla in una nuova battaglia per la pace nella nostra regione e spero che accetterà. Continueremo a lottare contro il lavoro minorile, per il diritto all’istruzione e per i diritti delle bambine”.

Anche dall’Organizzazione Save The Children, che da anni lotta per e con i bambini, arrivano commenti entusiasti sui due vincitori del riconoscimento: “Questo è un giorno storico per i diritti dei bambini. Di quei bambini che stanno vivendo fra le guerre, soffrendo attacchi alle loro scuole e vedendo negato il diritto all’istruzione. Il Nobel dato a Malala rappresenta la voce di milioni di bambini che vogliono andare a scuola. Parliamo di almeno 50 milioni di bambine e bambini che non hanno accesso all’educazione perchè vivono in paesi in conflitto, o che diventano bersagli nelle scuole che vengono attaccate – commenta Valerio Neri, direttore generale Save The Children – questo premio è un forte messaggio a tutti noi affinché ci impegniamo coraggiosamente contro ogni violenza, discriminazione e crudeltà nei confronti dei bambini, soprattutto di quelli che lottano per i loro diritti”.

Manuela Petrini

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