Giornata mondiale contro l’Aids: la lotta continua

Africa

“Aids, se lo conosci lo eviti” recita lo slogan di una campagna di sensibilizzazione, ma oggi ancora molti non conoscono bene il virus dell’HIV e i suoi rischi. E’ per questo che ogni anno il primo dicembre è un appuntamento fisso dedicato ad accrescere la coscienza della epidemia mondiale. Dal 1981 l’AIDS ha ucciso oltre 25 milioni di persone, diventando una delle epidemie più distruttive che la storia ricordi. Si parla purtroppo di una nuova emergenza, e l’italia nell’Europa occidentale, è il paese più colpito. Ogni anno, più di 4.000 nuovi contagi e oltre 1.000 decessi. In tutto i sieropositivi nel nostro Paese sono più di 140.000.

“Porre fine entro il 2030 alla più grave epidemia che l’uomo abbia mai conosciuto, senza lasciare indietro nessuno” è l’obiettivo lanciato dall’Unaids il programma delle Nazioni Unite per l’Aids. Il primo traguardo da raggiungere entro il 2020 è quello di “ridurre la distanza l’obiettivo 90x90x90”, cioè diagnosi del 90% delle infezioni da Hiv, accesso alle terapie per il 90% dei malati e azzeramento della carica virale nel 90% dei casi di sieropositività. Nonostante i grandi risultati della medicina, l’Aids continua a uccidere silenziosamente. Le ultime statistiche rivelano che negli anni c’è stato un grande cambiamento nelle modalità di trasmissione, è diminuito sempre di più il numero di contagiati tossico dipendenti, e schizzano notevolmente i casi dovuti alla trasmissione sessuale.

In occasione della Giornata Mondiale, l’Università La Sapienza di Roma ha organizzato un convegno con il Cesvi – associazione umanitaria impegnata da più di dieci anni nel contrasto della malattia in Africa – per continuare a informare soprattutto i giovani circa la prevenzione e la trasmissione del virus. L’Ospedale Spallanzani di Roma invece, con la collaborazione di altri istituti in tutta Italia, hanno pensato di offrire test salivari gratuiti e anonimi a tutti i cittadini. “La diagnosi precoce è fondamentale perché è provata la correlazione fra l’inizio delle terapie e l’incremento della durata di vita”, spiega Andrea Antinori, direttore malattie infettive dello Spallanzani. Purtroppo però, proprio pochi giorni fa, il programma televisivo “Le iene” ha denunciato la nuova e inspiegabile moda che dagli Usa è arrivata in Italia. Si tratta di una comunità, soprattutto virtuale, che ha diffuso la mortifera tendenza secondo cui alcune persone cercano spontaneamente di contrarre il virus per poter fare sesso liberamente senza dover usare il preservativo. Un’assurdità che trova addirittura dei seguaci con tanto di organizzazione di incontro tra chi è sieropositivo e chi ancora non lo è.

La trasmissione del virus Hiv è ancora oggi un’emergenza su scala mondiale ma soprattutto, dati gli ultimi risultati, in Europea: “La lotta contro l’Aids ha registrato progressi enormi e diffusi – spiega Stefania Burbo, portavoce dell’Osservatorio Italiano sull’azione Globale contro l’Aids -, ma rimane ancora molto da fare.”