FATEBENEFRATELLI: “TROPPI PROBLEMI DIETRO LA CHIUSURA DEGLI OPG”

La chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) è imminente. Questo è “un bene”, secondo i Fatebenefratelli, ma “il termine è il 31 marzo 2015 e la situazione è ancora confusa e variegata da Regione a Regione”. Le “Rems” previste in Lombardia, ad esempio, “sono per la massima parte rappresentate dalla riconversione delle comunità presenti presso l’Ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere. In altri territori ci si sta ancora attrezzando”.

Con la realizzazione delle Rems – le residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria – “si vuole cogliere l’occasione per recuperare nei fatti una funzione terapeutico-risocializzatrice diversa dalla classica pena manicomiale, ma per farlo bisogna allargare gli strumenti di collegamento con la società, abbattere le barriere che persistono”. Per i Fatebenefratelli, “la scelta del governo di superare il modello esistente rappresenta certamente un’assunzione di responsabilità verso i più ‘impresentabili’ tra tutti i sofferenti, anche se non risolve il problema, che è ad un tempo giudiziario e sanitario, di sicurezza e di umanità”. In virtù dell’esperienza maturata, aggiungono, “siamo consapevoli che le Rems forniscono una risposta solo ai bisogni di alto contenimento dei pazienti affetti da disturbo psichiatrico e socialmente pericolosi”.

I numeri, sottolinea la nota dei Fatebenefratelli, “dimostrano che, a fronte dell’incremento delle dimissioni, continuano comunque, anche se a ranghi ridotti i nuovi ricoveri in Opg e ciò indica la mancanza di una vera alternativa a tali strutture. Non ci illudiamo che il 31 marzo cambi tutto, ma invitiamo a riflettere sul percorso dei pazienti che già oggi vengono dimessi dagli Opg ed entrano in un limbo sociale, perché solo 1 su 10 torna a casa, nella propria famiglia, mentre il 90% prosegue il proprio percorso clinico entro strutture residenziali ove la supervisione e la vigilanza sono garantite dalla presenza costante degli operatori”.

I Fatebenefratelli da tempo sono coinvolti nel percorso di cura e monitoraggio dei pazienti con misura di sicurezza e pericolosità sociale attenuata. All’interno dei loro Centri “sono attive comunità a diversa intensità riabilitativa per il trattamento dei pazienti per i quali sono previste delle misure di sicurezza”. Per i Fatebenefratelli, “è proprio la complessità del problema che ci ha indotto a chiedere un abbandono di un modello datato come gli Opg e a rallegrarci per la scelta compiuta dal governo, per quanto non dimentichiamo che solo una struttura su tanti Opg è riuscita a fornire una risposta soddisfacente e che quindi occorre valutare preventivamente la portata della riforma che ci si accinge ad attuare”.