Falso allarme-bomba sull’aereo: alla fine chi paga?

Qualche giorno fa abbiamo assistito ad un allarme bomba su un aereo della compagnia libanese ME214 Ginevra-Beirut, costretto ad un atterraggio di emergenza all’aeroporto Leonardo Da Vinci per un allarme bomba, poi rivelatosi falso. Il comandante dell’Airbus A320 della Mea (Middle East Airlines) è stato scortato da due caccia dell’Aeronautica Militare fino alla pista dello scalo romano, rimasto poi chiuso durante i controlli sulla valigia sospetta. Io che nel settore della sicurezza aeroportuale ho lavorato per tanti anni, so per certo che un aereo non può partire con una valigia in più nella stiva, non catalogata. Ci sono controlli rigidi e procedure che, se seguite, non permettono situazioni simili. E’ evidente dunque che queste procedure non sono state eseguite alla lettera. Bene ha fatto il governo italiano a far alzare i caccia per scortare l’aereo in sicurezza, ma mi chiedo: chi pagherà questo spostamento? Far alzare in volo due caccia non è impresa che costi due lire, e dunque questo spreco andrà a ricadere sulle tasche dei contribuenti italiani. Ameno che, ma non c’è stata nessuna informazione su questo, lo Stato italiano si faccia restituire i soldi dello spreco dal governo libanese. Altra cosa che non sappiamo è quanto ci è costato questo falso allarme. Così come c’è solerzia nel chiedere al cittadino i propri redditi, sarebbe opportuno che lo Stato dichiarasse i soldi che spende. Così, solo per trasparenza”.

Un ultimo appunto al sistema dell’informazione: le immagini passate sui telegiornali facevano vedere un aereo dell’Alitalia che atterrava a Fiumicino; ma cosa c’entra l’Alitalia con la Middle East Airlines? Perché questa faciloneria che accosta simboli asd eventi con i quali non c’entrano nulla? Non tutti sono attenti davanti al televisore, e può accadere che così si confonda il telespettatore, arrivando persino a dare un’informazione distorta.