Ebola, il virus muta e diventa più aggressivo

Per la prima volta dalla la fine di giugno c’è stato un rallentamento dell’epidemia dell’Ebola, ci sono stati meno di 100 casi di contagio confermati. Il virus però non è ancora stato sconfitto, ha avvertito il coordinatore Onu per l’Ebola David Nabarro, “Adesso il focus è cambiato, passando dal rallentare la trasmissione al mettere fine all’epidemia”. Anche perché il tasso di mortalità non è cambiato e si attesta tra il 54% e il 62% nei tre paesi maggiormente colpiti, cioè Guinea, Sierra Leone e Liberia.

Il problema non sarebbe di così facile risoluzione: infatti il virus che ha decimato la popolazione di diverse regioni dell’ Africa occidentale resta nel mirino degli scienziati, che temono possa essere diventato più contagioso e sono a lavoro per cercare di capirlo. “Sappiamo che il virus sta cambiando molto – avverte il genetista Anavaj Sakuntabhai dell’Istituto Pasteur di Parigi, il centro che per primo ha identificato l’epidemia africana – abbiamo bisogno di sapere come l’Ebola sta mutando per non perdere il passo del nostro nemico”. Gli studiosi stanno analizzando le mutazioni nell’assetto genetico del virus. Per ora hanno esaminato 20 campioni di sangue prelevati da pazienti in Guinea e ne stanno attendendo 600 da studiare nei prossimi mesi.