E’ nato il Cnac, Centro Nazionale Anti-Cyberbullismo (www.anticyberbullismo.it), iniziativa permanente lanciata dall’Istituto Italiano per la Privacy per aiutare le vittime di questo grave quanto attualissimo fenomeno. La presentazione è avvenuta nella mattinata di martedì alla Camera dei Deputati in concomitanza alla tavola rotonda tra istituzioni e stakeholder dedicata alla tutela dei dati personali dei minori alla luce del Regolamento Privacy Europeo, tema al quale è dedicato lo studio appena pubblicato dall’Istituto e da Cnac intitolato “L’età del consenso digitale”.
“Il Centro Nazionale Anti-Cyberbullismo è sostenuto da Facebook, in qualità di main sponsor, e da molti dei più prestigiosi studi legali italiani che si occupano di cyber diritto”, ha spiegato l’avvocato Luca Bolognini, Presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy. “Il progetto, oltre ad aiutare gratuitamente le vittime di cyberbullismo e i loro famigliari – ha proseguito e concluso poi Bolognini – intende anche contribuire all’educazione preventiva dei soggetti a rischio, mediante guide legali e operatori appositamente formati. Per questo, saremo in prima fila anche partecipando ai tavoli istituzionali che saranno attivati in materia, quando verrà approvata la nuova legge di contrasto al fenomeno, cosa che auspichiamo avvenga nelle prossime settimane”.
La direzione del Cnac è stata affidata a Camilla Bistolfi, Fellow Researcher dell’Istituto ed esperta della materia. “Il Cnac darà un primo consulto e assistenza ai ragazzi e ai loro genitori da un punto di vista principalmente legale”, ha spiegato la Bistolfi. “In questo ci differenziamo da altre nobili iniziative in corso e anzi ci integreremo felicemente con diversi progetti di taglio psico-sociale promossi da organizzazioni di tutela dei diritti dei bambini in Italia e in Europa”.
“Abbiamo un numero verde a disposizione di tutti e siamo naturalmente contattabili via web. Inoltre gli studi legali che ci sostengono forniranno ascolto, contenuti e orientamenti qualificati”, ha continuato ancora l’esperta, che ha concluso con un auspicio: “Vogliamo diventare un punto di riferimento nazionale nel contrasto al cyberbullismo, ma soprattutto un approdo sicuro e affidabile per le vittime. Vittime normalmente giovanissime, anche se il fenomeno sembra ormai allargarsi a livello intergenerazionale, e poco consapevoli dei propri diritti. Serve, infatti, una guida in grado di far capire ai ragazzi come difendersi, per non farli sentire persi e confusi in caso di aggressioni digitali, ma serve anche educazione per i soggetti che potrebbero trasformarsi in cyberbulli, affinché comprendano la gravità anche legale di questi comportamenti prima di attuarli.”
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