Cyberbullismo. Adolescenti come pesci nella “rete”

Internet al nostro servizio o noi schiavi del web? Internet, la meravigliosa vetrina che in un click ti catapulta in un istante ovunque, ha un suo rovescio come ogni medaglia. Le risorse sono infinite ma l’uso intelligente ed equilibrato è affidato esclusivamente al buon senso di chi lo adopera. E i sondaggi rivelano un uso pigro del web da cui si “scaricano” video, musica, giochi. I social network poi hanno invaso le case, persino i letti, trasferendo la nostra identità sul web, competendo con i videogiochi, non più in pole position. I social non hanno risparmiato neppure la terza età. Così in un attimo, il “post” (foto e commento) dichiarano chi sei, dove sei e come stai, anche senza la tua volontà. Per i minori la questione diventa delicata e pericolosa. Un errore, un filmato privato o spiacevole rende internet pettegolo, gli insulti volano veloci su quel filo che diventa un cappio spingendo i ragazzi a pensare di non avere più via di scampo fino a farla finita. Le vittime crescono, dichiarano “Safer Internet Center”, “Save the Children”, “Telefono Azzurro” che offrono aiuto contro il cyberbullismo e andrebbero aiutati gli stessi adolescenti che non sanno di compiere reati. E’ urgente che cooperino le scuole insieme ai genitori ad un progetto atto a formare sull’uso sano della rete più che a limitarlo (impresa impossibile con l’immissione degli smartphone sul mercato) affinchè si conoscano i rischi e si sfrutti internet per stimolare la creatività, che diano seguito alle azioni virtuali rendendole reali piuttosto che a impigrire rendendo tutti, ragazzi e adulti, incapaci di descrivere una situazione, un’emozione consegnandola agli emoticons.