“Apriamo gli occhi”, la sfida di Cbm contro la cecità

[cml_media_alt id='9529']cbm[/cml_media_alt]Cbm è la più grande organizzazione non governativa internazionale impegnata nella prevenzione e cura della cecità nei Paesi del sud del mondo, e con “Apriamo gli occhi” scende ancora in campo per ridare la vista a migliaia di persone. La campagna di fundraising, che permetterà di donare dai 2 ai 5 euro per mezzo di un sms o di una telefonata, segue le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’eliminazione di questa forma di disabilità: ad oggi, secondo Oms, la marcia della cecità infantile prosegue a un ritmo impressionante. Ogni minuto un bambino smette di vedere, e per prevenire la patologia occorrerebbe semplicemente una diagnosi rapida: nel 40% dei casi, spiega infatti l’Organizzazione, le cause che la determinano sono risolvibili con interventi mirati, e se non si interviene tempestivamente, il 60% dei minori affetti da disturbi della vista rischiano di morire entro un anno.

Grazie alla raccolta fondi, i medici di Cbm potranno realizzare operazioni oculistiche per i bimbi delle famiglie più povere, allestire cliniche oftalmiche mobili e attività di screening per seguire tutti coloro che vivono nelle aree più remote e non hanno la possibilità di raggiungere gli ospedali nelle città. Inoltre, grazie ai fondi raccolti dalla campagna, saranno distribuiti occhiali per i più piccoli.

L’Ong, da anni, si occupa di 14 paesi tra cui India, dove a Shilong ha fondato una scuola speciale per bambini con disabilità; Bolivia, in cui ha gettato le basi per un dipartimento oculistico a 2000 metri d’altezza; Etiopia, dove un anno fa è stato inaugurato a Nazareth il primo asilo sia per bambini normodotati che disabili, e Sud Sudan, dove è stata fondata una scuola per formare i giovani oculisti del Paese.