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Anche Facebook si muove per contrastare i suicidi

Il nuovo alert antisuicidio di Facebook dovrebbe essere disponibile entro due mesi negli Usa. Una volta ricevuta la segnalazione del contenuto sospetto, all’utente sarà chiesto l’assenso per entrare nel proprio profilo e valutare i suoi post così da capire se la persona è realmente a rischio.

“E’ un alert che presenta alcune criticità perché serve l’assenso dell’utente ad analizzare il proprio profilo, in assenza di questo non funziona. L’altro problema è poter distinguere i post veritieri da quelli inventati, e che rischiano di mobilitare inutilmente risorse. Ma aldilà di questi aspetti e della reale riuscita dell’iniziativa è importante che l’attenzione si stia spostando sui social, che oggi sono sempre di più centrali e allo stesso tempo rappresentano un arma a doppio taglio. Se da una parte è vero che molti messaggi di aiuto, o di addio, vengono postati su Facebook è anche vero che i social network sono un’arma a doppio taglio. Casi recenti di suicidio tra gli adolescenti, accaduti anche nel nostro paese, sono derivati da un’iperesposizione ai social, dalle ingiurie ricevute attraverso i nuovi media o da vere e proprie forme di bullismo. Per questo intervenire su questo versante è sempre più centrale e necessario” commenta ai giornalisti Maurizio Pompili, responsabile dello sportello antisuicidio dell’ospedale Sant’Andrea di Roma.

“Prima si lasciava un biglietto o una lettera d’addio, ora si lascia un post su Facebook – ha aggiunto Pompili -, per questo i social network sono i luoghi principali in cui intervenire in questo momento per prevenire il suicidio, ma la segnalazione da sola non basta, bisogna innanzitutto indicare i luoghi in cui si può chiedere aiuto”. Anche l’ospedale Sant’Andrea sta da tempo lavorando a un programma di prevenzione online insieme alla polizia postale. “Quello che facciamo sono innanzitutto campagne informative sui social network ogni anno a settembre, in occasione della Giornata mondiale contro il suicidio facciamo girare i nostri messaggi su Facebook e gli atri social, spiegando quali sono i segnali di allarme, come stare vicino a una persona che presenta una volontà suicidiaria e quali sono i centri a cui rivolgersi. La segnalazione è importante ma questa va accompagnata innanzitutto con la possibilità di poter chiedere aiuto” sottolinea ancora Pompili.

don Marco Mondelci

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