Il 6 agosto del 1863 un battaglione di bersaglieri, per repressione, uccise 7 operai e ne ferì 20. Accade nella prima fabbrica di locomotive ferroviarie e motori a vapore, avveniristica per l'epoca sia in Italia che in Europa, fondata a Pietrarsa (nel napoletano) per volere dell’illuminato re Ferdinando II di Borbone. Unificata l’Italia, la nuova classe dirigente, man mano, sminuiva quell'opificio per darne vita a un altro in Liguria, a prezzo di licenziamenti e riduzioni di salario. Di qui gli scioperi che furono repressi con il piombo. Uno di quei tanti episodi sconosciuti che diedero vita alla cosiddetta “questione meridionale”.
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