Convocati d'urgenza a Bruxelles i 27 ambasciatori Ue

I27 ambasciatori degli Stati membri Ue sono stati convocati d'urgenza per le 18 e 30 a Bruxelles in vista di una riunione che avrà al centro il dossier Brexit. In queste ore, infatti, è andato in scena un incontro a sorpresa tra Dominic Raab, Segretario di Stato inglese per l'uscita dall'Unione europea, e Michel Barnier, il capo negoziatore nella preparazione e condotta dei negoziati con il Regno Unito scelto da Jean-Claude Juncker. Una fonte anonima proveniente dall'ambito diplomatico ha rivelato ad alcuni portali inglesi che l'incontro degli ambasciatori potrebbe portare ad una svolta. Raab e Barnier si sono visti per risolvere quelli che sono i nodi più complessi della trattativa. E' inevitabile pensare che al centro della discussione ci sia stata la questione legata all'Irlanda del Nord e che rischia di mettere in discussione l'integrità territoriale stessa del Regno Unito. 

Guerra interna alla May

Nel frattempo, Theresa May continua ad essere sempre più isolata all'interno dello stesso Partito Conservatore di cui è leader. Alla base e a buona parte dei vertici dei Tories non piace il cosiddetto “piano Chequers” preparato dal suo gabinetto ristretto. I leader dell'opposizione interna, Boris Johnson e Jacob Rees-Mogg contestano alla premier la linea soft adottata per portare la Gran Bretagna fuori dall'Unione Europea. Theresa May è accusata ormai quotidianamente di aver tradito il responso popolare che era stato dato con il referendum del 23 giugno 2016.

Nuovo attacco

Nella giornata di oggi è arrivato anche il duro attacco dell'ex Segretario di Stato inglese per l'uscita dall'Unione europea, il conservatore David Davis che in una lettera aperta al “The Sunday Times” ha definito inaccettabile la condotta della May nelle trattative ed ha fatto appello ai ministri affinchè esercitino “la loro autorità collettiva” per fermare il piano Chequers. La premier britannica, però,  sembra intenzionata ad andare avanti, ribadendo che l'unica alternativa alla sua linea è quella di un “no deal”. L'assenza di un accordo, secondo il ministro del Tesoro, sarebbe però deleteria per l'economia nazionale.