Convalidato il fermo per i due americani

Restano in carcere Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjort, i due cittadini americani accusati dell'uccisione del vice brigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega. Il gip di Roma, Chiara Gallo, ha convalidato il fermo per i due, accusati anche di concorso in tentata estorsione. Ieri sera si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. A quanto ricostruito dagli investigatori, l'autore materiale del ferimento mortale sarebbe Lee Elder Finnegan. Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth, i due studenti statunitensi di 19 e 18 anni entrambi californiani in vacanza nella Capitale davanti avrebbero ammesso le proprie responsabilità dinanzi alle “prove schiaccianti” contro di loro ma, appunto, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il gip si è riservato di decidere sulla convalida del fermo. Sono ancora diversi i punti oscuri e quindi da chiarire sull'assassinio del vice brigadiere, colpito con otto coltellate la notte tra il 25 e 26 luglio scorsi in pieno centro storico, a Roma, ed era deceduto poco dopo il suo arrivo in ospedale. Secondo il primo esito dell'autopsia, Mario sarebbe morto a causa della forte emorragia provocata dalle 8 coltellate. La notte dell'omicidio i due turisti di San Francisco avevano bevuto alcolici e sembra che Lee faccia inoltre uso di psicofarmaci: in particolare, spiegano fonti inquirenti, gli è stato trovato dello Xanax, un ansiolitico a breve durata d'azione che viene usato contro gli attacchi di panico e diversi disturbi d'ansia.

I punti oscuri

Il primo punto verte sul ruolo del derubato. Stando alle informazioni ufficiali non si tratterebbe di un pusher, come inizialmente ipotizzato. A quanto ricostruito dagli investigatori, l'uomo sarebbe stato avvicinato dai due giovani californiani in cerca di droga a Trastevere. Lui allora avrebbe indicato il pusher o il luogo dove poterla acquistare. Dopo il furto l'uomo ha contattato il 112 denunciando di essere stato derubato dai due ragazzi. Il secondo punto oscuro da stabilire è quale telefono abbia utilizzato per dare l'allarme visto che il suo era nelle mani dei ladri. Il terzo aspetto riguarda il perché i due americani, in possesso di un cellulare rubato, abbiano risposto alla chiamata in arrivo su quel numero e abbiano preso appuntamento con la vittima tentando l'estorsione. Infine, altro elemento poco chiaro, è la presunta presenza di pattuglie in appoggio che però non sono riuscite a intervenire in tempo quando la situazione è precipitata. Punti che verranno chiariti nelle prossime ore.