Coronavirus, morto un 77enne in Veneto

Fermi in attesa di controlli, scrutando i cellulari per avere notizie e ascoltando gli avvisi del personale di bordo. Hanno trascorso così l'attesa i passeggeri del treno Italo 9948, partito da Roma Termini e diretto a Milano, bloccato tra Firenze e Bologna in quanto uno dei viaggiatori avrebbe accusato i sintomi del coronavirus. A riferirlo è un giornalista de Il Giornale, presente a bordo e autore di un reportage in diretta: secondo quanto riferito, all'allarme sono seguite le immediate procedure di sicurezza, attivando l'unità di crisi ed eseguendo i test del caso sul passeggero, al fine di tranquillizzare tutti gli altri. A quanto sembra, il ragazzo che si è sentito male a bordo del treno sarebbe venuto in contatto con il 38enne di Codogno, con il quale avrebbe corso e condiviso lo spogliatoio. Il cronista a bordo ha riferito che la procedura di emergenza è scattata nel momento in cui il giovane ha raccontato i suoi sospetti al personale (producendo peraltro un colpo di tosse), per poi essere sbarcato nella stazione di San Ruffillo per svolgere gli accertamenti necessari. Nel frattempo, il personale dell'unità di crisi procedeva all'identificazione di tutti gli altri passeggeri.

La ripartenza

Tutto è successo attorno alle 19.30, sospetto contagio e stop al viaggio con tutti i test del caso. Inevitabile un po' di paura ma, come raccontato dal cronista de Il Giornale, qualcuno ha provato a sdrammatizzare scherzandoci su, mentre le procedure di emergenza si svolgevano rapidamente sul treno. Come riferito in ultimo dal capotreno, il sospetto contagiato e il 38enne di Codogno sarebbero venuti in contatto tre settimane fa, annuncio al quale ha fatto seguito il via alla ripresa del viaggio.

La situazione in Italia

Nel frattempo, proprio nel paese del Lodigiano, il sindaco rilasciava due diverse ordinanze, con le quali disponeva la chiusura delle scuole per la giornata di sabato (e il pomeriggio di venerdì), oltre che lo stop agli esercizi commerciali “di somministrazione di alimenti e bevande, di pubblico intrattenimento ed i luoghi di ritrovo ed assembramento del pubblico”, almeno fino a domenica. Il che, in sostanza, impedirà ai bar, alle discoteche e agli impianti sportivi di svolgere la loro regolare attività, in quanto chiuse in via precauzionale. Stessa misura, sempre per precauzione, è stata presa anche nella città di Piacenza. Al momento, i casi di contagio in Lombardia si fermano a 15 (numero vertiginosamente salito nelle ultime ore, fra questi anche cinque medici), mentre altri due sono stati segnalati in Veneto: si tratta di due anziani pensionati padovani, i quali sarebbero stati nello stesso bar e dati in condizioni molto serie. Uno dei due, residente a Vò Euganeo, è morto in serata a 77 anni: “Siamo preoccupati – ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia -. Ho parlato col sindaco di Vò Euganeo per adottare tutte le misure: chiusura delle scuole, degli esercizi commerciali, cercando di ricostruire tutte le attività sociali e i contatti che queste persone hanno avuto per capire qual è il livello di cordone sanitario da mettere in atto. Non bisogna diffondere il panico ma prima regola è l'isolamento

Oms preoccupata

Intando, da Ginevra ha parlato nuovamente il capo dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, il quale ha spiegato che “siamo ancora in una fase in cui è possibile contenere il epidemia”, ma che “la 'finestra' si sta restringendo”. La principale preoccupazione dell'Oms riguarderebbe i casi fuori dalla Cina, riscontrati pur “senza un chiaro legame epidemiologico, come una storia dei viaggi o di contatto con un caso confermato”.