Attacco sventato a Orly, parla il padre dell’assalitore: “Mio figlio non era un terrorista”

La polizia francese ha rilasciato il padre di Ziyed Ben Belgacem, il 39enne che sabato 18 marzo ha strappato il mitra dalle mani di una soldatessa all’aeroporto di Orly, urlando di essere pronto a morire per Allah, e poi è stato ucciso da due colleghi della donna. La Procura di Parigi, incaricata delle indagini, ha fatto sapere che il fratello e il cugino del terrorista, rimangono in custodia.

Belgacem, un delinquente plurirecidivo, condannato 9 volte per furti, rapine in banca e spaccio di droga è stato protagonista di quattro assalti consecutivi in poche ore. Il più grave all’aeroporto di Orly. Nello zaino dell’uomo c’erano una tanica di benzina, un Corano, 750 euro in contanti, un pacchetto di sigarette e un accendino. Lo scalo è rimasto chiuso per ore.

“Mio figlio non è un terrorista” ha detto il padre di Ziyed, intervenendo sull’emittente Europe 1. L’uomo ha detto che il figlio 39enne beveva e non pregava. “Probabilmente era sotto l’influenza di alcool e cannabis“, ha aggiunto.

Belgacem era un delinquente comune che, in uno dei soggiorni nel carcere di massima sicurezza di Fresnes, quello dei jihadisti più duri, era stato a rischio “radicalizzazione“. Ma una successiva perquisizione lo aveva trovato “pulito”. Tanto che non era schedato come “a rischio jihad” ma solo come delinquente. Era sotto controllo giudiziario dopo essere uscito dal carcere nel novembre scorso. Ma – dicono i critici questa sera – questo controllo si era colpevolmente allentato. Dopo aver ferito una poliziotta a un posto di blocco aveva scritto un sms al padre: “Ho fatto una stronzata, ho sparato alla polizia”.
Gli investigatori stanno cercando il movente dell’attacco. L’autopsia chiarirà se fosse sotto l’influenza di droghe o alcol.