Liberato l'imprenditore
Sergio Zanotti

E'stato liberato Sergio Zanotti, l'imprenditore bresciano rapito in Siria nell'aprile 2016. A darne notizia è il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, il quale ha spiegato che la liberazione è avvenuta “a conclusione di una complessa e delicata attività di intelligence, investigativa e diplomatica, condotta in maniera sinergica”. Secondo il premier, Zanotti è apparso “in buone condizioni generali e tra qualche ora rientrerà in Italia, a Roma. Un ulteriore successo delle nostre istituzioni e, in particolare, dell'Aise: a loro il mio più vivo e sentito ringraziamento”. Si chiude dunque nel migliore dei modi la brutta disavventura dell'imprenditore che, secondo quanto raccontato dalla sua ex moglie, si era recato ad aprile 2016 in Turchia, in una zona non lontana dal confine con la Siria. Da quel momento, di lui non si era saputo più nulla.

I filmati

Nessuna notizia di Sergio Zanotti fino a maggio di un anno dopo, quando era apparso in un breve filmato diffuso dai suoi rapitori, nel quale era mostrato circondato da due uomini in nero e armati di fucile mentre lui, in ginocchio, appariva con una maglia azzurra e la barba lunga. Fu lui stesso, in quel filmato, a rivelare chi fosse e che quello era “il secondo richiamo” che gli era stato consentito. Solo pochi mesi prima, infatti, era stato diffuso un altro filmato, brevissimo, nel quale Zanotti appariva inginocchiato in un terreno di ulivi, con un solo uomo armato alle spalle completamente vestito di nero e a volto coperto.

Il rientro

L'imprenditore, bresciano ma operante nella provincia di Bergamo, è atteso all'aeroporto di Ciampino e, successivamente, verrà ascoltato in una caserma dei Ros a Roma, alla presenza del pm Sergio Colaiocco, della Procura di Roma, che sulla vicenda aveva aperto un fascicolo in cui si ipotizzava il reato di sequestro di persona con finalità di terrorismo. Non è peraltro ancora chiaro il motivo per cui Zanotti si sia recato in Siria, se non che il viaggio era stato organizzato per imprecisate ragioni di lavoro.