Migranti, Erdogan attacca: “Greci come i nazisti”

La condanna del premier turco contro il trattamento ai migranti ammassati al confine. Atene: "Non accettiamo lezioni di diritti umani"

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Il campo profughi di Osmaniye Cevdetiye, in Turchia, durante una visita della delegazione dell'Unione Europea, 10 febbraio 2016 - Foto © Parlamento Europeo

“Non c’è alcuna differenza tra quello che hanno fatto i nazisti e le immagini provenienti dalla frontiera greca”. Usa parole forti il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, commentando il trattamento riservato ai migranti dalle autorità elleniche. Lo stesso Erdogan aveva dichiarato poco tempo prima che la policy di ingresso dei migranti in Europa non sarebbe cambiata se non si fosse arrivati a un nuovo accordo con l’Unione Europea che, nei fatti, avrebbe sostituito il negoziato del 2016.

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, durante il discorso al partito Ak, febbraio 2020 – Foto © Murat Kula per EPA

Un accordo fragile

L’accordo siglato quattro anni fa prevede lo stanziamento di 6 billioni di euro da parte dell’Ue al governo di Ankara per l’accoglienza dei migranti. Da allora, la situazione è andata aggravandosi, soprattutto dopo l’inasprimento della guerra in Siria. Oggi sono migliaia i migranti ammassati al confine con la Grecia dopo l’annuncio del governo di Ankara che non avrebbe più contenuto i migranti che premevano al confine. Nell’area stretta tra il confine turco e quello siriano, la situazione è molto grave: espulsi da campi profughi sovraffollati, spesso i migranti dormono al gelo e, nella notte, molti bambini muoiono: una situazione più volte denunciata dalle stesse organizzazioni internazionali.

Situazione al collasso

Un’analoga emergenza sta avvenendo al confine con la Grecia, in particolare nelle isole del Mar Egeo e sulla terraferma. Nelle scorse settimane Atene ha provveduto ad arrestare il flusso migratorio impiegando forze di polizia lungo i confini: le organizzazioni umanitarie hanno puntato il dito contro un eccessivo uso della forza del governo ellenico verso i migranti attraverso l’utilizzo di gas lacrimogeni e cannoni d’acqua. Atene ha, viceversa, accusato la Turchia di fare questo. In un rimpallo di accuse, hanno perso la vita 4 migranti circa mille sono stati feriti: “Non c’è differenza fra quello che i Nazisti hanno fatto e le immagini al confine greco – ha tuonato Erdogan -. Per arrestare i migranti, essi [i Greci] sparano gas lacrimogeni ed usano acqua bollente sulle popolazioni innocenti che hanno la sola colpa di voler salvarsi e costruirsi un futuro migliore” ha aggiunto il premier turco. “Questo è barbaro e privo di senso”.

Migranti al confine con la Turchia – Foto © E. Gurel per AP

La replica di Atene

Ad Atene, il portavoce del governo ellenico, Stelios Petsas ha dichiarato che Erdogan “sta cercando costantemente di esacerbare il clima con queste dichiarazioni” aggiungendo che i Greci non hanno nulla a che fare con l’Olocausto: “La Grecia non accetta lezioni sui diritti umani e sul rispetto delle leggi internazionali dal presidente turco” accusando Ankara di mettere in piedi azioni coordinate: “Noi continuiamo a fare il nostro lavoro, che è la protezione dei confini greci ed europei” ha affermato Petsas.