Occultò l'uccisione di minorenni, si dimette Botero

Ha rinunciato al suo incarico da ministro della Difesa, Guillermo Botero, dopo le rivelazioni shock riguardanti il bombardamento di Caquetá, condotto dal governo colombiano contro la frangia dissidente delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) lo scorso 29 agosto, in cui hanno perso la vita sette minori con un'età compresa fra i 12 e i 17 anni. L'annuncio, fatto dallo stesso Botero attraverso un comunicato stampa, è la diretta conseguenza dello scossone subito dal governo dalla diffusione della notizia, e sarebbe stato un fulmine a ciel sereno se il Congresso avesse rimosso il ministro con una mozione di censura, com'era intenzionato a fare.

Lo scandalo

Il potente ministro del governo di Iván Duque non ha aspettato oltre: consapevole che la mozione sarebbe stata votata il prossimo 13 novembre da tutte le forze politiche ad eccezione del Centro Democratico – il partito dell'attuale presidente colombiano -, ha deciso di dimettersi sua sponte. Tutto è iniziato dallo scandalo portato alla luce dal portale web La silla vacía, secondo il quale è emerso che Botero era a conoscenza della morte di alcuni minori nell'agguato compiuto dalle forze governative il 29 agosto scorso e nel quale ha perso la vita il leader delle Forze armate Gildardo Cucho. Come ha dichiarato in Parlamento nei giorni scorsi il presidente della Commissione della Pace e membro del Partido de la U, Roy Barreras, il ministro non solo sapeva della loro morte, ma nascose l'operazione.

Un “fulmine di Dio” sulla coscienza

Sul caso, ha fatto sentire la sua voce anche l'arcivescovo di Cali, mons. Darío de Jesús Monsalve Mejía, che ha dichiarato: “Questi bambini saranno un fulmine di Dio sulla coscienza di tutta la Colombia” invitando le fazioni a fermare “questo conflitto armato interno. Con orrore constatiamo la barbarie commessa, cercando di avvolgerla nel silenzio ma denunciata con coraggio in Senato” ha aggiunto. Cristiano Morsolin è esperto di diritti umani in America Latina. Al Sir ha dichiarato: “La pressione esercitata dalla società civile colombiana, in primis le associazioni Creciendo Unidos, la rete nazionale Coalico e l'istituto gesuita Cinep hanno ottenuto questo storico risultato delle dimissioni di un potentissimo ministro della Difesa, stretto alleato dell'ex presidente Uribe”. All'indomani dell'operazione militare a San Vincente del Caguán, il presidente della Colombia Duque l'aveva definita un “lavoro strategico, meticoloso e impeccabile” contro una “banda di delinquenti narcoterroristi”. Nonostante Botero neghi che ne era a conoscenza, ora si è scoperto che erano considerati delinquenti anche dei minorenni.