“1 truffa agli anziani su 2 non viene denunciata”.Sos Covid

A Interris.it Mauro Antonelli (Centro studi dell'Unione nazionale consumatori) lancia l'allarme per la terza età raggirata in pandemia: "Mai aprire la porta di casa a sconosciuti"

Falsi medici che chiedono soldi per effettuare tamponi, finti ordini di evacuazione di abitazioni da sanificare, truffe camuffate da iniziarive di assistenza o da consegne di mascherine, prodotti igienizzanti, cibo e medicinali. Sono alcuni dei più frequenti raggiri ai danni della terza età che si verificano in pandemia. E meno della metà vengono effettivamente denunciati. Gli anziani sono i principali truffati durante il lockdown. L’emergenza ha moltiplicato le occasioni per le frodi compiute sotto la mendace veste dell’assistenza sanitaria, del controllo delle forze dell’ordine o del volontariato. “Bande specializzate di truffatori prendono di mira le fasce più fragili della popolazione, approfittando delle nuove opportunità offerte dalla situazione straordinaria determinata dal coronavirus”, spiega a Interris.it  Mauro Antonelli (Centro studi dell’Unione nazionale consumatori).

Perché la terza età è la più più esposta alle truffe?

“Gli anziani sono sempre le principali vittime delle truffe. Sono soli in casa, sono soggetti fragili e più facilmente aggredibili. Il Covid-19 ha consentito ai truffatori di avere a disposizione nuovi fattori scatenanti e ulteriori scuse per cercare di entrare nelle case degli anziani. Prima dell’emergenza, i pretesti erano la falsa verifica al contatore del gas, una situazione di emergenza. O il finto incidente stradale del figlio con il quale i truffatori facevano leva sugli affetti della terza età”.

Cosa è cambiato con la pandemia di coronavirus?

“L’emergenza Covid è su tutti i media a ogni ora del giorno e questa colossale e giustificata sovraesposizione mediatica consente involontariamente di raggirare gli anziani con la scusa del tampone da effettuare a domicilio o della mascherina da consegnare a casa. La pandemia offre ulteriori scuse credibili in questo momento. E, per effetto del lockdown, la solitudine della età terza aumenta perché i parenti, anche nella fase 2 che lo permette, evitano di fare visite per timore di trasmettere il contagio ai soggetti maggiormente vulnerabili al virus”.

Cosa non ha funzionato nella prevenzione anti-truffe?

“C’è stato un problema di scarsa informazione sul fenomeno delle truffe ai danni della terza età. La gravità di questa piaga sociale è tale da richiedere una campagna di comunicazione ad ampio raggio. D’estate vigili e carabinieri svolgono dei corsi nei centri e università degli anziani. In pandemia segnaliamo l’urgenza di trasmette in televisione un maggior numero di spot che dicano agli anziani come devono comportarsi per non esporsi al rischio di truffe. Se ne dovrebbero occupare maggiormente anche i programmi di intrattenimento, soprattutto quelli del pomeriggio”

Quale messaggio va comunicato agli anziani?

“Non devono aprire la porta di casa agli sconosciuti. Nessuno va a domicilio, né per le utenze né per controlli sanitari. Sono i truffatori quelli che vanno casa per casa. Le campagne di sensibilizzazione hanno avuto durata e intensità troppo limitate, perciò chiediamo agli enti pubblici che inviano comunicazioni scritte, come l’Inps, di mettere in evidenza nelle loro lettere (come per ora fa solo l’Enel) che nessun loro addetto viene inviato nelle case e che le richieste di pagamenti a mano sono truffe che vanno denunciate alle forze dell’ordine. E’ una misura fondamentale e a costo zero. Tutti gli enti dovrebbero mettere questa avvertenza sulle loro buste per tenere desta l’attenzione degli anziani sul pericolo che li minaccia”.Quali sono i vostri consigli?

“Se suona uno sconosciuto, bisogna aprire solo se è accompagnato dal portiere o da un vicino. Le relazioni di vicinato sono un filtro com chi non si conosce. Non aprire la porta è sempre lecito e necessario. Neppure le forze dell’ordine possono entrare senza un mandato dell’autorità giudiziaria. Non esiste alcun obbligo ad aprire la porta di casa propria”.

Perché non ci sono denunce in più della metà delle truffe agli anziani?

“Effettivamente le denunce non raggiungono la metà dei casi che avvengono. A Milano in genere viene contestata la truffa aggravata, ma così purtropo non avviene nel resto d’Italia e ciò ha conseguenze molto pesanti. Senza l’ipotesi di truffa aggravata, infatti, non si può procedere d’ufficio. Per la semplice truffa serve la denuncia di parte. Così vanno a processo sempre gli stessi prefessionisti della truffa che non vanno in galera, restano a piede libero e ripetono il reato all’infinito”.

Quali sono i possibili rimedi?

“Questa è una tipologia di reato per la quale è realmente indispensabile un inasprimento delle pene. Alla prima reiterazione va raddoppiata la pena e alla terza volta che si viene riconosciuti colpevoli di truffa agli anziani la pena va triplicata. Oggi, invece, le pene sono insufficienti rispetto alla gravità sociale del reato e all’arme creato nella popolazione. Molti anziani per vergogna non denunciano e non chiamano neppure il loro comune che in molti casi ha un’assicurazione proprip per risarcire la terza età raggirata”.Di cosa si vergognano?

“Non solo gli anziani ma tutti quelli che cadono nelle truffe si vergognano e si sentono degli stupidi. Per gli anziani questo senso di mortificazione è più angosciante perché attribuiscono all’età quello che gli è successo e ciò provoca pesanti contraccolpi psicologici. Questa è una ragione in più per chiedere aiuto. Nessuno deve sentirsi uno stupido perché tutti possono cadere in una truffa organizzata da professionisti che studiano e si preparano una vita per raggirare nel modo più efficace le loro vittime”.

Cosa dite ai truffati?

“Che sono finiti nella rete di abilissimi professionisti, specializzati nell’ingannare le persone. Purtroppo, invece, le segnalazioni alle forze dell’ordine, ai comuni e a noi arrivano solo quando i danni econonomici sono particolarmente elevati. La miglior tutela resta quella di non aprire la porta e quindi di stare lontani dai truffatori. Una volta che sono in casa o fanno entrare i loro complici o hanno tutti gli strumenti per mettere in atto la truffa: dall’ipnosi alle droghe. Stessa cosa al telefono. Chiudere la comunicazione è la maniera più utile per non cadere nella trappola di chi inganna per mestiere”.