CON IL PROGETTO “GIGHITÀ”, LA MUSICA LIVE ENTRA IN CASA DELLE FAMIGLIE CON DISABILI

accoglienza

A Ravenna la musica ha un nuovo nome: “Gighità”. Non si tratta di un moderno genere musicale, ma di un progetto che porta la musica nelle case delle famiglie con ragazzi disabili trasformando salotti o cortili privati in un palcoscenico dove improvvisare un concerto tra le mura domestiche insieme ad amici e vicini. L’obiettivo è quello di abbattere il muro di solitudine che, spesso, circonda genitori e familiari di figli disabili, permettendo loro di trascorrere momenti piacevoli e spensierati e di stimolare la socialità delle persone con handicap attraverso il linguaggio universale della musica: non c’è bisogno di parole e discorsi per esprimere sentimenti o fatiche; basta spesso la nota triste di un violino o l’allegro battito del tamburo per raccontare più di mille parole.

Il progetto musicale è promosso da Jenny Burnazzi, violoncellista di Ravenna che si sta specializzando in musicoterapia per disabili, Antonella Gentilini, educatrice del centro “Il Faro” per l’accoglienza di minori disabili, e Claudia Majoli, artista e mamma di una ragazza autistica. Il nome del progetto, Gighità, l’ha scelto indirettamente una signora disabile di 40 anni che vive nel centro dove Jenny sta concludendo il suo tirocinio formativo. “Un giorno, stavo improvvisando con il violoncello, quando si è avvicinata questa signora e ha iniziato a ripetere a ritmo gighità, gighità – racconta la musicista – Il suono di quella parola mi è subito piaciuto e così ho pensato di usarlo per il mio progetto”.

L’idea di organizzare un concerto a case di famiglie con disabili è arrivata un po’ per caso. Jenny, con il suo compagno e i suoi 2, bambini organizza da sempre dei concerti nella sua casa dove invita amici e conoscenti. La voglia di coinvolgere altre persone e di stimolare la convivialità e la socialità attraverso la musica l’ha portata a pensare anche ai tanti ragazzi disabili e ai loro genitori. “Mi sono detta: perché suonare in un centro e non provare anche a portare la musica a casa di una famiglia coinvolgendo anche altre persone? Così ho proposto la mia idea alle mie due compagne d’avventura e da lì abbiamo iniziato a contattare famiglie ed educatori”.

Il progetto è stato presentato alla città il 20 giugno grazie alla collaborazione dell’associazione Letizia che si occupa di creare laboratori didattici e culturali per ragazzi disabili. “Il nostro intento è promuovere l’inclusione sociale e la musica può essere lo strumento ideale” spiega la violoncellista. “Sono sicura che questo progetto riuscirà a coinvolgere tante famiglie – conclude–. Bisogna continuare a provare, proprio come si fa quando si suona uno strumento, e alla fine il risultato arriverà”.