BLITZ CONTRO AL QAEDA: PROGETTAVANO ATTACCO IN VATICANO

Blitz della Polizia in sette province italiane per smantellare un’organizzazione terroristica internazionale legata ad Al Qaeda. Diciotto persone, accusate di essere fiancheggiatori di Osama Bin Laden, sono state raggiunte da altrettante misure di custodia cautelare. La base del gruppo si trovava in Sardegna ma l’operazione si è svolta in almeno 7 province italiane, diretta alla Procura Distrettuale di Cagliari e coordinata dal Servizio Centrale Antiterrorismo (S.C.A.) della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.

 Dall’indagine, che ha permesso di sgominare il network fondamentalista, sono emerse intercettazioni dalle quali risulta che due membri dell’organizzazione hanno fatto parte della rete di uomini che in Pakistan proteggevano lo sceicco Osama Bin Laden. L’attività investigativa della Polizia ha permesso di riscontrare come l’organizzazione provvedeva ad alimentare la rete criminale destinando una parte del proprio impegno al fenomeno dell’introduzione illegale sul territorio nazionale di cittadini pakistani o afghani che in taluni casi venivano anche destinati verso alcuni paesi del nord Europa.

Per eludere la normativa che disciplina l’ingresso o la permanenza sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari, gli indagati utilizzavano sistemi semplici e collaudati. In alcuni casi facevano ricorso a contratti di lavoro con imprenditori compiacenti in modo da poter ottenere i visti di ingresso. In altri casi percorrevano la via dell’asilo politico facendo passare gli interessati, attraverso documenti falsi e attestazioni fraudolente, per vittime di persecuzioni etniche o religiose. L’organizzazione forniva supporto logistico e finanziario ai clandestini, assicurando loro: patrocinio verso i competenti uffici immigrazione, istruzioni sulle dichiarazioni da rendere per ottenere l’asilo politico, apparecchi telefonici e sim, contatti personali.

Dalle conversazioni intercettate tra i componenti della cellula di Al Qaeda è emersa la presenza in Italia di un kamikaze e l’ipotesi che si progettasse un attentato in Vaticano. Lo hanno riferito gli inquirenti nel corso della conferenza stampa in procura a Cagliari. Secondo quanto reso noto dal procuratore Mauro Mura, l’ipotesi di progetto di attentato in Vaticano.

Sul punto è intervenuto padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, il quale ha chiarito che il presunto attacco risale al 2010 e non è più, quindi, “un fatto oggi rilevante e quindi non è motivo di particolari preoccupazioni”. “Siamo tutti esposti al rischio di violenze e abbiamo tutti paura ma il Papa é molto tranquillo e non ha modificato le sue abitudini – ha commentato il Segretario di Stato, card. Pietro Parolin – basta vedere come incontra le persone con grande lucidità e serenità”.

Tra le accuse rivolte agli arrestati c’è anche quella di aver organizzato e messo in atto l’attentato contro il mercato di Meena Bazar in Pakistan nel 2009, uno degli attacchi più cruenti degli ultimi anni, nel quale persero la vita 137 persone, la maggior parte delle quali erano donne bambini, e più di 200 rimasero ferite. Il massacro avvenne mentre a Islamabad si svolgeva la visita ufficiale di Hillary Clinton, allora segretario di Stato Usa. Al Qaeda e i talebani, però, declinarono ogni responsabilità sull’accaduto.