L’ITALICUM E’ LEGGE

Quattro teppistelli, tre fischi di contestazione, 61 voti a perdere. Non c’è che dire: al premier Renzi tutto gli si può rimproverare ma non che non sappia fare bene i conti. E così anche sulla legge elettorale il Parlamento si inchina al più forte. Magari l’Italicum non sarà la soluzione più giusta, ma non si può – alla fine di questo tour de force – non registrare la potenza politica dell’ex sindaco fiorentino. Quanto ci sia di forza pura e quanto di debolezza altrui è da valutare.

Le opposizioni parlamentari sono uscite dall’aula, un po’ come restare fuori da un ring di boxe per evitare di combattere per il titolo; poi ci sono coloro che hanno legittimamente scelto di votare “no”, ma sono gli stessi che al di là degli slogan e delle interviste non sono riusciti a creare aggregazione né all’interno dell’emiciclo né del partito. Anche questa, più che una valutazione politica è una costatazione, se è vero come è vero che i numeri hanno dato sempre ragione all’inquilino di Palazzo Chigi. Almeno all’interno dell’Italietta in cui tanto si borbotta e poco si agisce, in cui il posto fisso (o garantito) – meglio se su uno scranno del Parlamento – vale più di ogni battaglia ideologica. In Europa la musica è un po’ diversa. Meno dichiarazioni e più schiaffi: i parametri di Maastricht sono rimasti tali, il rapporto deficit/pil è bloccato al 3%, i nostri marò sono ancora nelle mani degli Indiani, Frontex pesa solo sulle spalle degli Italiani.

Ma quella europea è un’altra storia. Nel Belpaese l’Italicum è stato approvato: i voti favorevoli sono stati 334, 61 i contrari e 4 le astensioni. E allora va riconosciuta al premier una visione globale che va al di là degli altri punti di osservazione. Se un questore è preoccupato lui parla di quattro teppistelli, se un sindacato si muove lui lo definisce “tre fischi che non fanno male”, se un’opposizione parlamentare sale sull’Aventino lui replica: “Io sono molto affezionato a una frase di Chesterton che dice: ‘la democrazia è il governo dei maleducati”. Tradotto: fate un po’ come vi pare, io vado avanti anche se non siete d’accordo. “Missione compiuta. Il governo ha mantenuto l’impegno. Abbiamo promesso, abbiamo mantenuto”, gli ha fatto eco il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ai cronisti dopo l’approvazione della legge.

Per il capogruppo della Lega Nord alla Camera Giancarlo Giorgetti “Ci sono troppe similitudini con legge la Acerbo: il ricorso alla fiducia, la pavidità dei partiti liberali, l’omertà di intellettuali benpensanti: la situazione ci sembra identica. Tira brutta aria in Parlamento – ha detto Giorgetti – non si respira più la politica ma c’è la politica in cattività. Qui ci si accontenta di sopravvivere fino al 2018. Questo non è fascismo e non è antifascismo quello di qualche vecchio leone: non c’è più Pc, Dc, non c’è più niente e questo è il problema. Quello che si celebra non è la fine della prima o seconda Repubblica, ma la fine della Repubblica nata dalla Resistenza”. Eh già. Di resistenza ormai – intendendo quella capace di agire coesa oltre che di parlare – dalle nostre parti non se ne vede traccia.

ECCO COME FUNZIONA L’ITALICUM

Entrata in vigore dal luglio 2016; premio di maggioranza alla lista che supera il 40% dei voti, o ballottaggio tra i due partiti più votati se nessuno supera quella soglia; sbarramento al 3% e capilista bloccati. E’ questo
l’Italicum 2.0, la riforma elettorale approvata oggi dalla Camera.

IN VIGORE DAL LUGLIO 2016: La legge vale solo per la Camera
ed entrerà in vigore solo nel luglio 2016, data in cui si pensa
che sia stata approvata la riforma costituzionale, che prevede
un Senato non più elettivo.
PREMIO DI MAGGIORANZA: l’Italicum è un proporzionale che assegna
un premio di maggioranza (340 seggi su 630) alla lista che
supera il 40%. Se nessun partito raggiunge tale percentuale, si
svolge un secondo turno tra i due partiti più votati, per
l’assegnazione del premio. I partiti perdenti si ripartiscono i
290 seggi rimanenti sulla base della percentuale di voti.
SBARRAMENTO AL 3%: entrano alla Camera tutti i partiti che
abbiano superato il 3%.
100 COLLEGI: l’assegnazione dei seggi della Camera avviene
proiettando le percentuali dei partiti ottenuti a livello
nazionale su 100 collegi, in ognuno dei quali sono eletti 6-7
deputati.
PREFERENZE E CAPILISTA: Nei 100 collegi ciascun partito
presenta una lista di 6-7 candidati: il capolista è bloccato
(cioè è eletto automaticamente se scatta il seggio) mentre le
preferenze valgono solo per gli altri candidati.
VOTO DI GENERE: sono possibili due preferenze, purché la
seconda sia di genere diverso dalla prima. Se le due preferenze
sono entrambe per candidati dello stesso sesso, la seconda
preferenza è annullata.
ALTERNANZA UOMO-DONNA: le liste devono esser composte in modo
da alternare un uomo ad una donna. Nell’ambito di ogni
circoscrizione (Regione) i capilista di un sesso non devono
essere superiori al 60% del totale.
MULTICANDIDATURE: E’ possibile che un candidato si presenti
in più collegi, fino ad un massimo di 10.
SCHEDA: La scheda vedrà a fianco del simbolo di ciascun
partito il nome del capolista bloccato, e due spazi dove
scrivere le due eventuali preferenze.
TRENTINO ALTO ADIGE / VALLE D’AOSTA: In Trentino Alto Adige e
nella Valle d’Aosta si vota con i collegi uninominali, come il
Mattarellum.
ERASMUS: potranno votare per corrispondenza i cittadini
italiani che sono all’estero per almeno tre mesi o per motivi di
studio (per esempio l’Erasmus), per lavoro o per cure mediche.