“In orbita diventeremmo molto meglio dei terrestri”

Vedere la Terra dallo spazio “è un'esperienza straordinaria”, ed è quello che Paolo Nespoli augura a ogni essere umano: “Non è più un sogno per pochi, ma una possibilità che potrà concretizzarsi con il turismo spaziale”. Di ritorno dopo quasi cinque mesi sulla Stazione Spaziale per la Missione Vita, nel collegamento da Houston organizzato dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa), AstroPaolo aspetta “con ansia la possibilità per tutti di poter volare nello spazio: vedere da lì la Terra, con l'alternarsi di alba e tramonto ogni ora e mezza è un'esperienza straordinaria”. “Senza dubbio diventeremmo molto meglio dei terrestri”, aggiunge, scherzando su come le sue tre missioni, svolte nell'arco didieci anni, lo abbiano reso sempre più simile ad un extraterrestre. 

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“Fuori” dal mondo

La grande differenza rispetto a una vita concentrata sul pianeta è soprattutto nel fatto, dice, che dallo spazio “si fa attenzione a cose più macroscopiche, mentre da Terra ci concentriamo su quelle microscopiche”. La Stazione Spaziale, afferma l'astronauta rispondendo al presidente dell'Asi, Roberto Battiston, “è un posto un po' isolato, eravamo scevri di notizie terrestri, ma da lì abbiamo visto gli uragani e gli incendi in California”, abbiamo osservato la “Terra senza confini e con le sue luci, abbiamo visto meteoriti che arrivano e satelliti che brillavano e la sera tutti insieme parlavamo di queste cose”. Soprattutto quando il venerdì sera tutto l'equipaggio cenava nel settore russo della Stazione Spaziale e poi il sabato, “da noi, quando alla cena seguiva sempre un film“. 

“Luna e Marte sono i prossimi obiettivi”

Gettando uno sguardo al futuro, Nespoli non ha alcun dubbio: “Luna e Marte sono i prossimi obiettivi dell'esplorazione spaziale. Sarà complesso, ma assolutamente necessario: è un'evoluzione da cui non possiamo tirarci indietro”. E aggiunge: “Al momento sappiamo che la Stazione Spaziale potrà continuare a funzionare fino al 2024 – osserva l'astronauta dell'Esa -, ma spero che presto ricominceremo a viaggiare fuori dall'orbita bassa terrestre”. E' un futuro che non è più fantascienza, tanto che una stazione in orbita lunare è prevista dall'iniziativa NextStep promossa da Nasa e aziende private e che i primi contratti per i progettare i moduli della futura stazione spaziale vedono l'Italia in prima fila. “Una stazione spaziale intorno alla Luna – prosegue AstroPaolo – è importante perché ci permette di testare nuove tecnologie e di capire i problemi tecnici che bisogna affrontare“. Sarebbe inoltre la premessa per costruire una base lunare e poi per le missioni su Marte. “Oramai i tempi sono maturi per fare questi passi” e la cosa importante è “muoversi tutti insieme”.

“Rimango a Terra, ma sono un lavoratore dello spazio”

Nespoli sa che con l'età che avanza (ad oggi ha 60 anni) sarà “difficile continuare ad essere un astronauta attivo: non vedo missioni future”, ma “forse … chissà!”. Una cosa è certa: “Non è finita! Verrà il momento in cui lascerò l'Esa e fin da adesso voglio cercare di capire che cosa fare da grande”. Non si sente un eroe, bensì un “lavoratore dello spazio”, e aggiunge: “Mi sento a mio agio in questo ruolo, ma non in quello dell'eroe, mi piacerebbe fare ancora un po' l'idraulico spaziale e continuare a dare il mio contributo“. In che modo non lo sa ancora: “sono in un momento di cambiamento, vedremo. Per il momento posso dire mi diverto. Mi sto guardando attorno per capire quali sono le possibilità“.

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“Fiero di avere portato il tricolore in orbita” 

Si dice poi fiero di aver portato in orbita la bandiera italiana. Mai come in questa missione, la terza della sua carriera, AstroPaolo si è reso conto che “la Stazione Spaziale è una risorsa importante dell'umanità. A bordo non mi sono sentito particolarmente speciale o diverso: sono stato un lavoratore spaziale, ho cercato di mettere a disposizione il mio tempo, la mia capacità e la mia intuizione per fare in modo che tutto funzionasse nel modo migliore. Forse, con i cambiamenti che abbiamo fatto, l'ho lasciata un po' migliore”.

Il programma di riabilitazione

Il suo programma a breve termine prevede ancora qualche settimana dedicata ai test e alla riabilitazione, in primo luogo quella fisica necessaria perché i suoi muscoli riprendano confidenza con la gravità e perché il suo equilibrio e il sistema vestibolare torni a percepire alto e basso, cancellati da cinque mesi in assenza di peso. Al momento i muscoli del collo sono quelli che danno più fastidio e gli richiedono più fatica, così come gli manca la “pace assoluta” che gli dava il “galleggiare nel sonno”. La riabilitazione psicologica non è meno faticosa: “per esempio i miei figli, di otto e quattro anni, non più abituati a vedermi in casa, ora dovranno avere a che fare anche con me”.  Accanto alla ripresa della vita normale, AstroPaolo sta affrontando tanti incontri tecnici, poi si prenderà una vacanza e in febbraio prevede di essere in Italia: “mi piacerebbe tornare a parlare nelle scuole e alla gente”, ha detto. A lungo termine, invece, guarda con interesse al turismo spaziale, che considera una possibilità concreta nella quale le aziende private possono giocare un ruolo di primo piano. “Chissà, fra 20 anni tornare in orbita come turista …”, e alla domanda su quale delle tre missioni della sua carriera consideri la più bella non resiste alla tentazione di rispondere: “La quarta, chissà!“. Il rientro in Italia è previsto a febbraio.

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