Sofia Gentile: “L’importanza di farsi dono per gli altri”

Il progetto “Noi Posso”, coro di voci bianche di Vittoria (Ragusa), è valso a Sofia Gentile il riconoscimento di Alfiere della Repubblica. Interris l’ha intervistata

Nell'immagine: a sinistra il coro "Noi Posso", a destra Sofia Gentile (per gentile concessione)

Se l’unione fa la forza, l’armonia fa la convivenza. E’ nel “noi” che si costruiscono la comunità, la società, la legalità e la pace. Il “noi” è la nota che dà l’intonazione giusta al coro di voci bianche di Vittoria (Ragusa) “Noi Posso”, progetto che è valso alla sua ideatrice e responsabile Sofia Gentile la benemerenza di Alfiere della Repubblica – riconoscimento che condivide con tutte le persone impegnate nell’iniziativa. “Mi auguro diventi l’opportunità per coinvolgere sempre più bambini”, dichiara a Interris.it.

Il coro

“Il canto corale è uno strumento adatto per superare una mentalità spesso insita nella mia isola, quell’‘io posso’ che sottende ‘…e tu no’, la noncuranza per i comportamenti che ricadono sugli altri”, spiega Gentile. “Il nome ‘Noi Posso” ribalta quell’espressione, perché il coro non dà spazio a slanci di protagonismo, l’armonia viene quando si è tutti insieme”. A comporre il complesso di voci, bambini e bambine dai 4 ai 12 anni che provengono da contesti sociali, economici e culturali differenti. Nella sala prove dell’oratorio della parrocchia di San Giovanni Bosco di Vittoria il linguaggio universale della musica li unisce in un momento di educazione alla legalità, al rispetto, all’ambiente, alla gestione delle emozioni. “Le prove sono sia momenti di gioco e svago sia di ordine e attenzione perché il coro, oltre a essere un ‘noi’ che costruisce, deve sapere essere unito”, continua la giovane, 19enne studentessa di psicologia sociale e del lavoro a Padova.

Rete di relazioni

Nonostante abbia studiato canto corale e si sia esibita allo Zecchino d’oro all’età di nove anni, Gentile si occupa della parte organizzativa e non ha voluto assumere la direzione del coro, affidandosi alla maestra laureata al conservatorio di Catania Gianna Rizza, che definisce “la guida adulta”. E come la relazione è il modus operandi di un gruppo di voci, così il fare insieme lo è dell’intero progetto. Una rete infatti lo rende possibile. Dai suoi giovani collaboratori Valerio Latino e Gabriele Di Falco, organizzatori degli incontri, Francesco Adamo, responsabile della comunicazione, Carlotta Raimondo, organizzatrice di eventi, e dalle suore dell’ordine missionarie della carità di Madre Teresa di Calcutta, che hanno fatto da mediatrici con le famiglie dei quartieri più in difficoltà di Vittoria, alla cooperativa sociale Iride e l’assessore alle politiche sociali del Comune di Vittoria Francesca Corbino. “Le istituzioni hanno compreso questo progetto, ci hanno coinvolto in diverse iniziative e hanno accolto le nostre proposte, come l’evento ‘Note di legalità’”. Una serata per affrontare temi civili e confrontarsi con i ragazzi in cui, eccezionalmente, Gentile si è esibita col coro sulle note del brano “Pensa” di Fabrizio Moro.

Il disegno

La genesi di “Noi Posso” affonda le radici nella sua esperienza personale. A 17 anni frequenta la classe quarta nel borgo di Rondine, nell’aretino, presso il centro internazionale di formazione Cittadella della Pace, realtà che sperimenta il cosiddetto “Metodo Rondine”, modalità di costruzione di pace come la convivenza fra giovani provenienti da Paesi in guerra tra loro. In quel periodo, racconta a Interris, “ho scoperto una nuova Sofia”. “Ho lavorato a fondo su me stessa per trovare il mio equilibrio interiore e i miei punti di forza”, spiega Gentile, “e con questi strumenti ho sentito che volevo tornare nel mio territorio per prendermene cura, ho capito l’importanza di farsi dono per gli altri”. Un percorso in cui è stata importante anche la sua fede religiosa. “Quando ho ricevuto la notizia che ero stata scelta dal presidente della Repubblica mi trovavo a Rondine e in questa sorta di cerchio che si è chiuso ho visto che c’era dietro un disegno”, continua Gentile, che in attesa della cerimonia di consegna dell’attestato al Quirinale, il prossimo 13 maggio, per l’emozione realizza un po’ alla volta, giorno per giorno, quello che è successo. E ci tiene a “condividere questa gioia e a essere grata a tutti, dagli altri ragazzi, a Rondine, ai bambini e alle bambine che si impegnano a superare i piccoli conflitti quotidiani”.