E' un Belgio meraviglia, il Brasile s'inchina

Fa davvero sul serio questo Belgio che, con un primo tempo da grandissima squadra, liquida il Brasile di Tite e conferma quanto si era intuito nella sfida con l'Inghilterra che decise il primo posto nel girone: i Diavoli rossi non fanno nessun calcolo e giocano per vincere. Sempre, anche contro i verdeoro, favoriti alla vigilia della manifestazione. L'autorete di Fernandinho in avvio e il raddoppio di De Bruyne tagliano le gambe a una Seleçao che, in verità, dopo aver accorciato le distanze con Renato Augusto il gol del pari lo avrebbe pure meritato, avendo disputato un secondo tempo sicuramente superiore ai belgi. Niente da fare però: il risultato non si schioda più dal 2-1 e il Belgio vola alle semifinali del Mondiale russo (che, con l'uscita di scenda dei brasiliani è ora un Europeo), raggiungendo il penultimo atto della competizione per la seconda volta nella sua storia.

Favoriti sì ma non basta

Tutte le volte, dal 2002 a questa parte, quando arriva un Mondiale è, o dovrebbe essere, il Mondiale del Brasile. E' successo a Germania 2006, quando furono fatali i quarti con la Francia; è ricapitato a Sudafrica 2010, quando i Paesi Bassi sbarrarono l'accesso in finale; e ancora nella competizione casalinga del 2014, quella del Mineirazo contro la Germania e ora, alla Kazan Arena, contro il Belgio. Sempre favoriti, sempre fuori, contro tutti i pronostici pur affrontando avversari di tutto rispetto. Cosa manchi al Brasile non è chiaro, vista la rosa grondante talento e una difesa che, fin qui, aveva mostrato solidità e compattezza. Di certo c'è la forza travolgente del Belgio che, quando sono in giornata i suoi pezzi da novanta, fa davvero paura a chiunque. L'Inghilterra forse non era l'avversario giusto per dimostrarlo, probabilmente già paga del secondo posto che avrebbe garantito la parte “agevole” del tabellone. Ma aver battuto il Brasile, chiudendo un primo tempo avanti sul 2-0 dopo averlo dominato in lungo e in largo, per poi resistere al forcing finale di Neymar e compagni è certamente la prova migliore: il Belgio è andato in Russia per vincerle tutte. E per vincere la coppa.

Uno-due Belgio

Il Brasile prova a giocarsi il tutto per tutto contro un avversario titanico ma che ha dimostrato di essere vulnerabile (vedi l'ottavo contro il Giappone). E allora ecco che Tite opta per un 4-2-3-1 che garantisce equilibrio, con la mediana Fernandinho-Paulinho, e fantasia, con il tridente Willian-Coutinho-Neymar dietro Gabriel Jesus. Il Belgio risponde con un propositivo 3-4-3, con Chadli in mediana e il tridente Hazard-Lukaku-De Bruyne davanti. La rinuncia forzata a Casemiro (squalificato) sortisce sostanzialmente due effetti per Tite: perdere uno dei frangiflutti più forti del panorama calcistico e, indirettamente, il gol dell'1-0. Su angolo di Chadli, infatti, la deviazione sfortunata è del sostituto del madridista, Fernandinho, che dopo soli 13' di gioco (giusto il tempo che il Brasile colpisca un palo con Thiago Silva), causa il vantaggio belga. La Seleçao accusa il colpo, soffre la velocità degli avanti fiamminghi e, alla mezz'ora, capitola sull'ennesimo contropiede mortifero: fuga di 40 metri di Lukaku, scarico per De Bruyne sulla trequarti e destro fulminante a incrociare che non dà scampo ad Alisson.

Renato accorcia

Nella ripresa il Belgio potrebbe limitarsi a controllare il risultato ma, quando davanti hai giocatori come quelli brasiliani, adagiarsi sugli allori non è mai una buona soluzione. I Diavoli rossi semrbano però cascare di nuovo nell'errore fatto col Giappone e concedono troppo campo agli avversari che, man mano, iniziano a rendersi pericolosi. Poco prima di lasciare il posto a Douglas Costa, Gabriel Jesus sfonda sulla destra, va a terra e costringe il Var a rivedere l'intervento di Kompany su di lui senza che però si arrivi al calcio di rigore. Il possesso brasiliano è piuttosto sterile e una buona occasione capita ad Hazard in contropiede. La svolta per la Seleçao arriva con l'ingresso di Renato Augusto che, dopo una manciata di minuti, trova il guizzo vincente con un'incornata su traversone di Coutinho. L'ex Inter, però, cestina una clamorosa occasione per pareggiare i conti, calciando alle stelle un pallone facile facile apparecchiato da Neymar. E anche Renato Augusto sfiora la doppietta, calciando a lato a botta sicura dai 16 metri. Nel finale il forcing dei verdeoro porta a poco, se non al tentativo di piazzato da parte di Neymar sul quale Courtois effettua una parata plastica in angolo. L'ultima emozione di un match che, al triplice fischio, vede il Belgio raggiungere la Francia e il Brasile tornare a chiedersi che cosa, questa volta, non abbia funzionato.