Bambini e sport: il 40% è costretto a praticare quello preferito dai genitori

Madri e padri asserragliati nelle tribune dei campi sportivi di periferia che incitano i propri figli fino allo sfinimento e insultano il mister che non li fa giocare sono una realtà. Ma finora si pensava che questo comportamento fosse solo il frutto dell’ambizione di vedere il proprio pargolo arrivare al successo. Bene, non è così, o almeno non del tutto: nei ragazzi i genitori vedono la possibilità di riscattare il fallimento nella disciplina che anche loro, da giovanissimi, praticavano. Basti pensare che, secondo un recente sondaggio, il 40% dei papà e della mamme spinge i minori tra i 5 e i 7 anni a fare il loro (dei genitori) sport preferito. Senza, quindi, seguire le naturali inclinazioni della prole. “E’ un peccato, perché in questo modo il giovane risponde più alle imposizioni, ai desideri o alle illusioni degli altri – ha spiegato all’Adnkronos Salute Vincenzo Prunelli, medico e psicologo dello sport – non al piacere e all’interesse per ciò che fa. Troppi genitori, possiamo stimare 2 su 5, iscrivono i figli allo sport che piace a loro, quello nel quale si sono divertiti di più o che hanno solo sognato, oppure a quello che promette guadagni da sogno o fa tanto ‘chic'”.

Tutto questo “è stato trasformato in un lavoro privo di divertimento, mentre, in concreto, il gioco con poche regole è lo strumento più efficace per provare il nuovo, imparare a vincere e scoprire nuove abilità. Sembra strano – ha osservato Prunelli – ma il gioco è più efficace di un discorso tecnico o dell’imitazione del gesto di un campione. Per un giovane è lo strumento per arrivare all’intuizione, alla creatività e all’ingegno che distinguono il talento. Troppi genitori vogliono far studiare il figlio da campione e pretendono che dal primo giorno impari i gesti del fuoriclasse – ha sottolineato il medico – salvo dover fare presto i conti con la realtà. E allora c’è quello che ne fa provare tanti, magari tutti insieme, per trovare quello giusto; quello che lo ritira dallo sport e gli fa sentire tutta la sua delusione e quello, ancora più negativo, che lo costringe a continuare fino a nausearlo”.