Beato Carlo Steeb: ecco perché venne diseredato dalla sua famiglia

Beato Carlo Steeb, sacerdote e fondatore delle Sorelle della Misericordia Tubinga (Germania), 18/12/1773- Verona, 15/12/1856. Proviene da una ricca famiglia protestante. Viene inviato dal padre, abile uomo d’affari, a 16 anni a Parigi e a 18 a Verona, per renderlo esperto nell’attività commerciale.

Avvenimenti

• A contatto con la vitale cultura cattolica veronese, abbraccia la fede cattolica: per questo viene diseredato dalla sua famiglia.

• Nel 1796 è ordinato sacerdote.

• È molto stimato e ammirato da santa Maddalena di Canossa, che ricorre al suo illuminate consiglio per la fondazione della sua Congregazione.

Nel 1840 fonda, con l’aiuto di Vincenza Maria Poloni, la Congregazione delle Sorelle della Misericordia.

• Nel 1852 viene insignito della croce d’oro dall’imperatore Francesco Giuseppe per l’assistenza ai colerosi e ai feriti nelle campagne militari combattute vicino a Verona e per le altre numerose opere caritative.

Personalità

Riservato per indole, è tollerante e comprensivo. Finezza nel tratto. Preciso nel compimento del suo dovere. Sincero e modesto, Punta all’essenziale.

Spiritualità

Grande devozione all’Eucaristia, al sacro cuore e alla passione di Gesù. Vive austeramente. Si dedica con impegno al sacramento della Riconciliazione. Chiede perdono anche per piccoli falli involontari, dicendo: «Perdonate a questo povero nulla!». Pur essendo professore di teologia al seminario di Verona, predilige l’attività pastorale nelle zone degrada- te della città: visita e assiste i detenuti e conforta i malati negli ospedali.

Morte

Soffre molto per la morte prematura di Vincenza Maria Poloni; l’anno seguente anche lui si addormenta nella gioia senza fine, dopo aver raccomandato alle suore presenti intorno al suo letto la carità reciproca e la dedizione agli infermi e dopo averle benedette. I suoi resti mortali sono conservati a Verona, nella chiesa della Congregazione da lui fondata. È beatificato nel 1975.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi