Salute e Benessere

Peste bubbonica, un altro pericolo in arrivo dalla Cina?

Un nuovo allarme sta mettendo in agitazione la Cina. Infatti, decine di persone sarebbero state messi in quarantena dopo che nel Paese sono stati confermati dei casi di peste bubbonica. L’Oms – l’Organizzazione mondiale della sanità – ha dichiarato che sta monitorando la situazione dopo essere stata informata dalle autorità di Pechino.

Cosa è successo

Nei giorni scorsi, un pastore nella regione della Mongolia interna settentrionale è risultato infetto, mentre la settimana precedente altri due casi erano stati confermati nella provincia di Khov. La notizia è stata riportata dall’agenzia di stampa cinese Xinhua che ha sottolineato che si tratterebbe di due fratelli che hanno contratto la peste bubbonica dopo aver mangiato carne di marmotta cruda.

La situazione

La portavoce dell’Oms, Margaret Harris, ha dichiarato che il pastore, ricoverato in ospedale, sarebbe in buone condizioni. “Al momento non consideriamo un rischio elevato, ma stiamo osservando attentamente la situazione”, ha spiegato. Il quotidiano britannico Mirror ha invece riportato che sarebbero oltre una trentina le persone in quarantena. Il ministro della Salute della Mongolia, D. Narangeral, nel frattempo, ha avvertito la popolazione di non cacciare e non mangiare marmotte illegalmente.

Cos’è la peste bubbonica

Si tratta di una malattia infettiva di origine batterica causata dal bacillo Yersina pestis. E’ una malattia quarantenaria che può essere trasmessa anche da uomo a uomo. E’ assoggettata a denuncia internazionale all’Oms, sia per i casi accertati che per quelli sospetti. I sintomi comprendono febbre tra i 38 e i 41 gradi centigradi, mal di testa, dolori articolari, nausea e vomito, sete, diarrea, tumefazione dei linfonodi. nelle forme setticemiche e polmonari può causare ipotensione, segni neurologici quali sonnolenza, letargia, e delirio. In alcune forme, ha come sintomo l’ischemia e la necrosi delle estremità – dita, piedi o mani – che diventano nere. E’ da qui che probabilmente prende il nome di “peste nera”, come fu chiamata nella pandemia esplosa in Europa nella metà del XIV secolo. Insorge violentemente dopo un periodo di incubazione che va dai 2 ai 12 giorni: tra i primi segni si può formare una pustola o necrosi che interessa la superficie cutanea. Se non trattata adeguatamente, la peste in forma bubbonica porta alla morte in circa il 50% dei casi. Se il trattamento antibiotico viene attuato precocemente, ossia entro le 24 ore dalla prima manifestazione dei sintomi, le possibilità di guarigione aumentano di circa il 50%.

Manuela Petrini

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