“Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate” (Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto III)
Questo celebre verso dell’Inferno dantesco era come un’insegna sulla porta della mia aula negli anni del liceo; quotidianamente ci ricordava dove ci trovavamo e dove stavamo andando, ma ciò non ci faceva esitare dal varcare l’ingresso (eccetto in occasione di qualche compito in classe!), anche perché lo avevamo posto noi là per un tributo al Sommo Poeta, per esorcizzare la paura di certe ore infinite, e per darci un tono a scuola tra le altre classi che iniziarono ad imitarci. Oggi, nel primo anno in cui dalla scuola è stata allontanata quasi del tutto l’ombra scura del Covid-19, può farci temere solo il ricordo dell’eterno dolore per le restrizioni e il distanziamento necessari. E come abbiamo fatto a mantenere la speranza in quel girone infernale, costretti con le mascherine e immersi nel gel sanificante, o di fronte ad uno schermo per lunghe ore? La speranza ha avuto sempre un volto e ci si è fatta accanto come Virgilio per Dante! Ancora oggi sarà un compagno di classe o magari un prof., ma il volto potrebbe essere anche il nostro per gli altri.
(Marco Pappalardo, da Sicilianpost.it)
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