Opinione

L’importanza di avvicinare il cuore di ogni uomo a Maria

Durante gli anni giovanili Bernardino da Siena (1380–1444) aveva suscitato nella zia, presso cui risiedeva, un angoscioso sospetto che avesse perduto la testa per una giovane sconosciuta. Nelle effusioni della sua gioia ripeteva: “La mia bella! La mia bella! E alla sua “bella” destinava mazzi di fiori campestri. Volendosi rendere conto della destinataria di tante effusioni d’amore, la zia inavvertita lo seguì e poté scorgere con meraviglia e indicibile sollievo che la Bella del nipote era la Madonna, davanti alla cui immagine deponeva con i fiori sentimenti del suo animo. Bernardino fu perciò definito giustamente un “innamorato di Maria”.

Questo episodio riferito al santo di Siena, fa da introduzione alla devozione che i fedeli da sempre hanno manifestato e manifestano ancora alla Vergine, e in particolar modo nel mese di maggio, che per tradizione è dedicato alla Madre di Dio.

In questo mese mariano, la stessa preghiera ha un maggiore sviluppo nei singoli, nelle famiglie e nelle varie comunità, attraverso la recita del Santo Rosario e in altre forme di devozione e celebrazioni. E’ proprio in questo momento dell’anno che molti fanno visita ai tanti santuari soprattutto quelli mariani sparsi in lungo e largo per tutta la penisola e capita spesso di vedere e incontrare file di persone di ogni età e appartenenza che si recano in pellegrinaggio verso questi luoghi a rendere omaggio alla “Tutta Bella”.

Sono gesti significativi che cercano di avvicinare per quanto è possibile il cuore di ogni essere umano al cuore della Vergine. E’ un modo semplice e spontaneo non solo per chiedere una particolare “grazia”, ma anche l’occasione per ringraziare la Madonna per i benefici ricevuti. Ne sono testimonianza i vari ex voto che comunemente si trovano nei diversi santuari; a ricordo dei tanti prodigi operati dalla fanciulla di Nazareth.

E’ un atto doveroso per ringraziare anche con una semplice “Ave Maria”, o con un mazzo di fiori, da deporre ai piedi dell’altare. I fiori non sono forse una delle bellezze del creato? E chi più di Maria, la donna scelta da Dio, la donna del “sì”, lo può rappresentare degnamente?

Maria, infatti, consacrò tutta se stessa alla missione di portare la vita. Generando Cristo, ha generato l’autore della vita e diventando discepola del suo Figlio, con la sua fede e la sua collaborazione, si rende strumento affinché Cristo comunichi la vita a tutti. Ecco allora, che la Vergine, diviene colei che sa ascoltare, comprendere e capire.

Il mondo di oggi, come sempre e forse di più, ha bisogno di tenerezza e la Beata Vergine si è presentata con la ricchezza di doti della sua femminilità: come sono l’accoglienza, la sensibilità, l’amore, lo spirito di sacrificio e la capacità di non cedere mai di fronte alle avversità della vita.

Il compianto sacerdote don Claudio Sorgi (1933-1999) ha così scritto nel suo libro: “Le ali non sono di rigore” che “La Madonna è una creatura simile a noi. Ciò che la distingue da noi è il fatto di essere stata scelta da Dio per essere sua Madre nella vicenda dell’incarnazione”. E ancora: “Maria è colei che quando voleva pregare il Cielo, non aveva che da guardare il Figlio che teneva tra le braccia…”.

Lo stesso San Bernardo di Chiaravalle (1091-1153), Dottore della Chiesa, a cui Dante nella Divina Commedia fa pronunciare la famosa e conosciuta preghiera alla Vergine scrisse: “Non c’è nulla che mi affascini e mi spaventi di più che il parlare di Maria. Il suo nome non si allontani mai dalle tue labbra, non si allontani mai dal tuo cuore”.

Gualtiero Sabatini

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