Opinione

Quella “Organizzazione delle Religioni Unite” che porta al dialogo mondiale

Questo lungo periodo di cambiamento radicale, non solo delle abitudini ma anche dei modi di vivere e di pensare la vita, sta producendo i suoi frutti.

Si è a lungo immaginato quando finirà ma si è oramai compreso che non finirà né presto né tardi, perché è radicalmente cambiato il sistema politico mondiale: da una democrazia più o meno condizionata dai gruppi di potere che ne limitavano le espressioni contrastanti con i propri interessi si è finalmente giunti al controllo diretto mediante sospensione delle libertà ed imposizione stringente delle disposizioni necessarie all’esercizio del proprio potere.

Sarà la pandemia, ma è impedita la libera circolazione (anche con strumenti protettivi), viene imposta la cura sanitaria con appositi distintivi per i negligenti, cominciano ad affacciarsi i reati di opinione, le regole democratiche per la distribuzione della ricchezza (vedi le gare per gli appalti pubblici) sono soppresse e sostituite dalle prebende generalizzate che tacitano le masse: ritornano feste, farine e forche con cui si gestiva efficacemente la plebe.

La Rivoluzione ed il Risorgimento avevano sconfitto gli assolutismi ma le libertà conquistate dai popoli avevano generato le dittature e solo il conflitto mondiale aveva ridato voce ai diritti inviolabili; ma l’abuso è dilagato, non sono stati efficaci gli anticorpi necessari ad evitare il ritorno al passato e si è tornati al comando indiscutibile.

Inevitabilmente si separano le fazioni tra chi è convinto sostenitore del nuovo metodo di gestione, a protezione del sistema più efficiente e risoluto, senza troppe ed inutili garanzie (e poi di che?), con l’ovvia previsione che chi sbaglia deve pagare ed essere escluso e chi, ancora incredulo, insegue i valori che aveva immaginato insopprimibili. Vince la prima, poiché rappresenta il futuro, interpreta il momento, asseconda il padrone, cerca di spazzare via gli inutili ed inattuali ideologi del passato.

Inutile chiedersi se sia giusto o sbagliato, è così e basta. Magari nel tempo si vedranno gli effetti negativi e ripartirà la protesta e poi la liberazione, ma saranno altre generazioni, altri strumenti, altri metodi per riaffermare le stesse idee ed i medesimi valori.

Succede sempre così: la forza propulsiva esaurisce le sue spinte e provoca l’involuzione da cui generano nuovi sedimenti e nuovi germi che crescono, si sviluppano, intraprendono la risalita e riconquistano la cima, in un alternarsi ciclico, quasi stagionale, di periodi simili ed inevitabilmente differenti a testimonianza della relatività delle cose terrene.

La stasi ha indubbiamente il suo valore: provoca la riflessione, l’introspezione, la cura di sé, lo sviluppo di capacità, la produzione artistica poiché abbina i fermenti vitali all’interruzione dei ritmi frenetici consentendone l’elaborazione; potremmo avere un nuovo Rinascimento e forse un nuovo Illuminismo, magari correggendone gli errori prospettici e restituendo gli errori alla ragione ed i desideri alle idee, lo studio alla scienza ed il pensiero alla filosofia, la tecnica alla pratica e la volontà all’uomo.

Resta la direzione, che la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, la quasi totalità, individua verso Dio, in un incessante cammino unico sempre avanti, forte di poche regole ataviche condivise e di un unico obiettivo, mai incerto, mai discusso, mai offuscato, sempre presente e riconosciuto valido, attuale ed eterno.

Da tanto si discute del dialogo tra le religioni e di recente sembra che ci si stia incamminando verso la fondazione dell’O.R.U. – Organizzazione delle Religioni Unite, auspicato consesso mondiale in cui possano trovare dialogo e confronto le storie religiose dei popoli, per favorire il rispetto della diversità sulle fondamentali regole condivise, tra cui l’origine divina e la sacralità della vita, la condanna del male ed il trionfo del bene, la tutela del mondo, la caducità della vita terrena e l’aspirazione alla vita eterna.

Possiamo approfittare del momento di riflessione per guardare meglio dentro di noi ed intorno a noi; possiamo scoprire che tante convinzioni mal si addicono ad una vita serena e proficua, che viaggiare diritti verso la meta è meno dispendioso e più produttivo.

Potemmo scoprire che il futuro è già oggi.

 

Roberto de Tilla

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