Opinione

Le misure messe in campo per contrastare la diminuzione del potere di acquisto

È chiaro ed evidente che, con un diminuito potere d’acquisto delle famiglie, tutto si traduce in una contrazione dei consumi i quali, per la verità, già prima non erano elevati. Lo stesso settore dell’auto, per fare un esempio, è piuttosto in crisi, ma non solo. Risulta piuttosto difficile che, in questo momento, le famiglie italiane, possano sostituire frigoriferi, televisori o altri elettrodomestici. Quindi, si verifica una contrazione dei consumi dovuta appunto al diminuito potere d’acquisto delle famiglie, che discende dal tasso di inflazione decisamente elevato, non solo per quanto riguarda il costo dei prodotti che si vanno ad acquistare sul mercato, ma anche per via dell’aumento del costo del denaro. Ciò ha già colpito i mutui nonché gli acquisti e le vendite rateali, perché le stesse hanno aumentato il loro prezzo a causa appunto del costo del denaro che, anche se non è stato incrementato dalla Bce e dalla Banca d’Italia, ha reso evidente che i parametri di riferimento come l’Euribor e l’Irs per quanto riguarda i mutui a tasso variabile e a tasso fisso, sono già aumentati. Queste sono le motivazioni del perché, con un diminuito potere d’acquisto, si verificano l’inflazione e l’aumento del costo del denaro, i quali hanno influito moltissimo sul costo dei beni a lunga durata.

Alcune misure sono già state messe in atto per far fronte a questa situazione, ma hanno un carattere congiunturale, nel senso che, in alcuni casi, danno un po’ di respiro al potere d’acquisto delle famiglie, come ad esempio il bonus di 200 euro o altre misure di sostegno. Il vero problema però è dare lavoro ai giovani perché, anche se c’è qualche segnale interessante in merito, ancora non è sufficiente, in quanto abbiamo ancora un tasso di disoccupazione giovanile elevato che si attesta intorno al 9% circa. Pertanto, la vera risposta al diminuito potere d’acquisto e alla possibilità di far tornare le famiglie italiane qualche sorriso in più, è il dare lavoro ai giovani. Quindi, ciò che noi chiediamo, è l’aumento e l’accelerazione degli investimenti. Abbiamo il Pnrr di 230 miliardi e bisogna cominciare a investire subito perché, dando lavoro alla fascia più giovane della popolazione, non solo si risponde a una domanda etica, nel senso che il lavoro è fondamentale, ma ciò aiuta il potere d’acquisto delle famiglie che attualmente fanno welfare e, così facendo, si troverebbero con dei redditi in più che migliorerebbero la situazione attuale.

Per il futuro auspico innanzitutto che termini nel più breve tempo possibile la guerra che si sta svolgendo in campo europeo, come ci ricorda ogni giorno Papa Francesco. Ciò significherebbe anche poter tornare di nuovo ad una situazione di calma e serenità e i mercati risponderebbero in maniera positiva a tutto ciò, oltre ovviamente ad evitare la perdita di vite umane che è la cosa più grave.

Rosario Trefiletti

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