Bonus tv: misura giusta se agevola chi ha minor reddito

In questi giorni si è ripreso a parlare di bonus per la rottamazione dell’apparecchio televisivo con il via al nuovo incentivo rivolto a tutti i cittadini e cumulabile al precedente.

Si tratte di misure prese da tempo per la necessità del cambio di frequenze per dare spazio ai nuovi modelli di trasmissione che si stanno imponendo. Vi è un cambio delle frequenze nel digitale terrestre, per potere vedere l’alta definizione e altri servizi che possono essere messi in campo. Per questo, viene “messa in discussione” l’apparecchiatura che i cittadini italiani hanno acquistati prima dell’1 gennaio 2019. La legge prevedeva infatti, proprio in vista di questo cambio, che gli apparecchi dovessero essere venduti con già la strumentazione elettronica atta a ricevere i nuovi segnali televisivi.

Chi è in possesso di televisori precedenti il 2019 deve mettere un decoder che supporti le nuove frequenze o può fare la rottamazione del televisore. Un primo intervento già c’è stato, il bonus da 50 euro per i cittadini che volevano acquistare il decoder o un televisore. Il parametro era un Isee sotto i 20mila euro, quindi erano agevolate le famiglie con basso reddito.

Poi è stato introdotto un ulteriore bonus per la rottamazione dei vecchi televisori. Si può avere lo sconto, pari al 20% del nuovo televisore, senza parametro di reddito, ed è anche abbinabile anche al vecchio sconto. Per questa misura sono stati stanziati 250 milioni, una cifra che va a finire, e con questa si acquistano i televisori più grandi, cioè un acquisto da famiglia che “sta bene”, si corre il rischio di deprimere la cifra a sfavore di chi gode di un minor potere d’acquisto. L’agevolazione è giusta, ma servirebbe portarla al 40% per i televisori di “pochi pollici” e una cifra inferiore per gli altri, in modo da agevolare le famiglie con minor reddito.