L'Anpi dà lezioni sulle Foibe: è polemica

Scoppia la polemica a Roma su un evento formativo organizzato dall'Associazione nazionale partigiani, dedicato alla memoria dei rapporti tra Italia e Jugoslavia durante la Seconda Guerra Mondiale, rivolto agli alunni delle scuole primarie e secondarie, in programma il prossimo 10 febbraio in occasione del Giorno del ricordo delle vittime delle foibe.

Proteste

L'associazione “Giuliano Dalmata nel cuore“, come si legge sul suo profilo Facebook, ha inviato una lettera alla sindaca Virginia Raggi sottolineando che “Il Comune di Roma ha dato il permesso all'Anpi di divulgare presso le scuole di secondo grado l'iniziativa 'Italia e Jugoslavia nella seconda guerra mondiale”. Evento che secondo l'associazione di esuli giuliano dalmati “sposta di 180 gradi quello che è realmente accaduto in quelle terre martoriate nel dopoguerra alla popolazione civile tra foibe e conseguente esodo di 350.000 italiani, dimenticando completamente la collaborazione (documentata) tra partigiani della Brigata Garibaldi e partigiani titini“. Poi la missiva prosegue: “Si farà lei garante che l'Associazione partigiani non faccia passare il messaggio che tutti gli infoibati erano fascisti e uccisori di popolazioni slave?”. E conclude con la domanda: “Sarebbe giusto – si domanda ancora – far scrivere la storia dei campi di concentramento nazisti ai tedeschi che erano nelle Ss?”.

Interrogazione

Il consigliere comunale di Fratelli D'Italia, Andrea De Priamo, annuncia: “Presenteremo un'interrogazione alla sindaca Raggi per avere chiarimenti sul progetto formativo. Ci preoccupa infatti che mentre da un lato in seguito alle forti richieste di Fdi si ripristina il 'viaggio del ricordo' in ottemperanze alla legge sulla giornata del ricordo delle foibe e dell'esodo Giuliano dalmata, dall'altro si portano avanti programmi formativi che potrebbero sostenere tesi giustificazioniste. Chiediamo alla sindaca di uscire dall'ambiguità perché il giustificazionismo porta a minimizzare la tragedia di foibe ed esodo considerandola una reazione e non una forma spietata di mix fra odio etnico, religioso e ideologia comunista”.