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Archiviata la posizione di Raggi

Infondatezza della notizia di reato. Con queste parole il Tribunale di Roma ha cancellato più di un anno di schizzi di fango, ricostruzioni fantasiose e insulti perché avevo nominato Salvatore Romeo a capo della mia segreteria politica”. Con un lungo post sul suo profilo Facebook, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, annuncia l'archiviazione della sua posizione sul caso della nomina di Salvatore Romeo. Ad accompagnare le parole del primo cittadino, le foto del documento del Tribunale di Roma – sezione giudice per le indagini preliminari – nel quale si “dispone l'archiviazione del procedimento per infondatezza della notizia di reato“.

Raggi: “Solo fango”

Il sindaco Raggi parla di “oltre un anno di accuse da parte di politici e dei tanti 'soloni' che, dalle loro comode poltrone negli studi e salotti tv, pontificavano su materie che evidentemente non conoscono. Il giudice sottolinea la trasparenza e la bontà del mio operato grazie alle richieste di pareri legali che, prima della nomina, ho fatto all'avvocatura del Campidoglio e all'Autorità Nazionale Anti Corruzione di Raffaele Cantone”. Il Gip, prosegue Raggi, “definisce falso che io possa aver nominato Salvatore Romeo per beneficiare di tre polizze assicurative di cui io non sapevo assolutamente nulla. Ancora fango e facile ironia sulle 'polizze a mia insaputa' – continua la sindaca sul suo profilo Facebook -. Eppure avevo ragione: sono stata accusata ingiustamente da tanti che ora taceranno o faranno finta di nulla. Voglio ringraziare i miei avvocati e voi che avete creduto in me, certi che mi sia sempre comportata correttamente. Andiamo avanti a testa alta”.

La posizione di Romeo

Il gip, Annalisa Marzano, archivia anche la posizione di Salvatore Romeo, indagato assieme alla Raggi per l'ipotesi di concorso di abuso d'ufficio in relazione alla nomina quale responsabile della sua segreteria politica con un aumento di stipendio da 39 mila euro da dipendente del Dipartimento Partecipate a 110 mila euro, poi ridotti a 93 mila a seguito dei rilievi Anac. Secondo il parere del procuratore aggiunto Paolo Ielo, e del pm Francesco Dall'Olio, questa nomina è comunque illegittima perché legata a un errato iter procedurale senza però che a carico della sindaca si ravvisasse il dolo. La stipula di una serie di polizze, nelle quali Romeo aveva indicato Virginia Raggi quale beneficiaria in caso di morte del titolare, non era stata valutata come elemento di reato; tuttavia per gli investigatori la scelta di Romeo come capo della segreteria politica del primo cittadino della Capitale si può spiegare anche con l'esistenza di un rapporto di amicizia e di vicinanza politica che legava i due militanti dei Movimento Cinque Stelle.

Le motivazioni del gip

Il gip, nel decreto di archiviazione, spiega: “Nel nominare Salvatore Romeo a capo della sua segreteria politica, Virginia Raggi si è mossa lungo il solco già tracciato dai precedenti orientamenti dell'amministrazione capitolina: ricorsa alla collocazione in aspettativa del dipendente comunale, instaurando un nuovo contratto di lavoro subordinato a tempo determinato e di 'collaborazione' con una retribuzione parametrata a quella dirigenziale, nel genuino convincimento di non violare alcun dettato normativo”. Il giudice ricorda anche che prima di nominare Romeo, Virignia Raggi “ha acquisito i pareri favorevoli dell'avvocatura capitolina, in data 1 luglio 2016, e dell'Anac, il 31 agosto 2016, relativi alla corretta interpretazione dell'articolo 90 del Tuel, quello che estende ai dipendenti dell'ente la possibilità di rivestire l'incarico di addetti allo staff del Sindaco, con la contestuale collocazione degli stessi in aspettativa senza stipendio“.

Gaetano Paciello

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