Seada, seadas o sebadas? Difficile dire quale sia il nome corretto di questo tipico dolce sardo, ma una cosa la possiamo affermare con sicurezza: è buonissimo. Dolcetti tondi, composti da una fragrante sfoglia che racchiude pecorino; fritti e conditi con abbondante miele, in rare occasioni con zucchero a velo. Se le avete già mangiate e non vedete l’ora di farlo di nuovo, vi proponiamo questa ricetta consigliata da Arborea.
Iniziate a realizzare le vostre seadas preparando l’impasto. Formate una fontana con la farina al centro della spianatoia, aggiungeteci lo strutto e 100 ml di acqua; quindi iniziate a impastare. Unite l’acqua a poco a poco e lavorate l’impasto fino a che non diventi liscio e piuttosto morbido. Mettetelo in una ciotola, copritelo con della pellicola e lasciatelo riposare a temperatura ambiente per circa 30 minuti.
Nel frattempo, preparate il ripieno al formaggio. Grattugiate la pasta fresca di Dolcesardo senza sale, mettetela in un tegame abbastanza capiente e portatela sul fuoco: mantenete la fiamma bassa e continuate a mescolare fino a che il formaggio non sarà completamente sciolto. Togliete il pentolino dal fuoco e aggiungeteci la scorza di limone. Stendete sul piano di lavoro un foglio di carta da forno e versateci sopra il formaggio fuso a cucchiaiate, schiacciandolo leggermente per formare dei dischi non troppo grandi.
Trascorsi 30 minuti, riprendete l’impasto, stendetelo per ottenere una sfoglia sottile e, con l’aiuto di un coppapasta, formate dei dischetti di 9 cm di diametro e 1/2 cm di spessore. Spennellate i bordi di metà dei dischetti con l’albume, e mettete al centro di ognuno di essi un dischetto di formaggio, poi ricopriteli. Sigillate bene con una forchetta per non far uscire il formaggio durante la frittura.
Mettete sul fuoco una padella con abbondante olio per friggere e, quando sarà caldo, tuffateci dentro le seadas, lasciandole cuocere fino a che non assumeranno un bel colore dorato. Una volta pronte, scolate i vostri seadas fritti su dei fogli di carta assorbente per fritture e irroratele con il miele di corbezzolo o, in alternativa, con dello zucchero o un miele a voi gradito.
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