Il Papa incontrerà gli indigeni cileni e peruviani

Paraguay

Manca poco più di una settimana al 22mo Viaggio Apostolico di Papa Francesco all'estero, un viaggio che porterà il Pontefice in Sud America, e più precisamente in Cile (15-18 gennaio) e in Perù (18-21 gennaio). In questi giorni, Bergoglio pranzerà in due occasioni, in privato, con un ridotto gruppo di rappresentanti delle popolazioni indigene, storicamente perseguitate, discriminate, impoverite e private dei loro diritti.

Il pranzo in Cile…

Come riporta l'Agenzia Fides, a Temuco, “il Papa ha chiesto di riunirsi con persone comuni e rappresentanti della comunità dell'Arucanía” – afferma il portavoce della Commissione locale della visita apostolica, il professore laico Arturo Hernández Sallés, secondo il quale il Pontefice “vuole conoscere direttamente dalla fonte la realtà locale”. L'Araucania è la terra storicamente reclamata dai mapuches, popolo originario che dichiarò guerra agli invasori spagnoli (colonizzatori, dal punto di vista europeo) sin dal secolo XVI, e il conflitto, oggi col governo cileno, non è ancora risolto. La Chiesa è vista da alcuni di loro come una possibile mediatrice e da altri come complice dello Stato loro avverso. 

…e in Perù

In Perù, invece, la situazione è molto diversa. Soprattutto nella regione amazzonica, dove gli indigeni sono in gran parte cristiani, e la loro stessa esistenza è minacciata dallo sfruttamento illecito delle risorse naturali. A Puerto Maldonado saranno nove i rappresentanti delle comunità autoctone che pranzeranno in privato con il Papa. A rivelarlo è il segretario aggiunto della Conferenza Episcopale Peruviana, don Guillermo Inca. Un incontro che, insieme al quello con circa 3.500 indigeni nel palazzetto dello sport Coliseo Madre de Dios, sarà fondamentale anche per la preparazione del Sinodo speciale per la regione Panamazzonica indetto dal Santo Padre per l'ottobre 2019