Caso Charlie Gard. Tweet del Papa: “Vita va sempre difesa”

“Difendere la vita umana, soprattutto quando è ferita dalla malattia, è un impegno d’amore che Dio affida ad ogni uomo”. Una frase breve, racchiusa in un tweet pubblicato stasera da Papa Francesco. Il riferimento, anche se non viene citata esplicitamente, è alla vicenda del piccolo Charlie Gard.

Il messaggio del Pontefice giunge poco dopo la decisione dei medici, di concedere ai genitori del bambino di trascorrere ancora qualche ora insieme a lui, prima di staccare le spine che lo tengono in vita.

Si tratta di una breve proroga, un’ultima concessione a questa giovane coppia straziata dal dolore e sconfortata per aver perso la battaglia legale volta a provare a sottoporre il piccolo a una terapia sperimentale negli Stati Uniti.

Nelle ore scorse erano stati in tanti, cattolici di tutto il mondo, a sollecitare un intervento di Papa Bergoglio tramite lettere o messaggi pubblicati sui social network.

La veglia in Piazza San Pietro

Il Tweet è giunto proprio a margine di un’iniziativa di preghiera del Santo Rosario organizzata da gruppi “pro-life” in Piazza San Pietro, sotto l’obelisco, nel tardo pomeriggio di venerdì.

Veglia a San Pietro

“A noi resta soltanto pregare e lottare per il primo e supremo dei diritti umani, il diritto alla vita“, affermano gli organizzatori. I quali fanno sapere che i partecipanti sono centinaia.

Il caso Charlie Gard – secondo Toni Brandi, presidente di ProVita Onlus – “è vera e propria eutanasia non consensuale, un omicidio”. Il rappresentante di ProVita – presente alla veglia di preghiera a San Pietro – sostiene che “se passasse il ddl sul fine vita in Italia, questa potrebbe diventare realtà nel nostro Paese“.

“Dicono che il bambino non abbia più stimoli celebrali, menzogna! – aggiunge Brandi -. Charlie muove bocca, occhi e mani, recentemente è stata pubblicata una foto del piccolo con occhi aperti, ed ora dei tribunali vogliono chiuderli per sempre. Come vi comportereste se fosse vostro figlio?“.

Tra gli organizzatori della veglia anche Emmanuele Di Leo, di Steadfast Onlus. “I tribunali in barba al diritto di patria potestà – afferma – impongono il loro diktat e sopprimono il desiderio genitoriale di proteggere e curare un figlio. Questa Europa senza cuore e senza anima vuole anche uccidere la speranza, è una vera e propria vergogna”.