I numeri del settore turistico del Belpaese si avvicinano a quelli del periodo pre-pandemia, ma sui margini delle imprese pesa il caro energia, secondo un’indagine di Assoturismo. “I dati parziali ci dicono che in tantissime realtà sono stati superati i numeri del 2019“, dichiara il ministro del Turismo Massimo Garavaglia alla presentazione della Sesta Conferenza mondiale dell’enoturismo ad Alba, “ma non ci accontentiamo e vogliamo che non sia solo un rimbalzo ma un punto di partenza per una crescita stabile perché l’Italia merita di conquistare quote di mercato ulteriori”.
Nel complesso, tra stranieri e italiani, le località marine e montane hanno segnato una crescita del +11% circa rispetto al 2021, +21,9 per le imprese delle località dei laghi, +20,5% per il turismo rurale e collinare, +18,1% per le aree termali. Però, il recupero più significativo è stato quello delle città e dei centri d’arte, le destinazioni più penalizzate dall’emergenza sanitaria: rispetto allo scorso anno la crescita dei pernottamenti è del +31%. Archiviato il trimestre estivo, l’interesse degli imprenditori è ora sul prolungamento della stagione anche nel mese di settembre. In valori assoluti, la variazione attesa per settembre 2022, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è di oltre +2,7 milioni di pernottamenti, per un totale di 44,3 milioni. A segnalare maggiore ottimismo le imprese delle città d’arte con un +15,9% di prenotazioni. “Le bollette di luce e gas sono praticamente triplicate e questo ha ridotto di molto i margini per le imprese del turismo, dato che i pacchetti per la stagione estiva sono stati venduti prima degli aumenti. Il quasi ritorno del turismo ai livelli pre-pandemia è sicuramente una buona notizia, ma – commenta il presidente di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina – senza interventi concreti a sostegno delle imprese, migliaia di strutture ricettive e attività del comparto non potranno più sostenere la spesa per l’energia e saranno costrette a chiudere”.
“I dati parziali ci dicono che in tantissime realtà sono stati superati i numeri del 2019, una cosa particolarmente rilevante visto che nei primi 4 mesi dell’anno c’erano ancora restrizioni e così anche nel periodo pasquale. Ma non ci accontentiamo e vogliamo che non sia solo un rimbalzo ma un punto di partenza per una crescita stabile perché l’Italia merita di conquistare quote di mercato ulteriori”, così Garavaglia. “Il ministero del Turismo è stato istituito dal governo Draghi ed è stata un’ottima intuizione: si veniva da periodo difficoltà e serviva una fase di sostegno. Ma ora serve anche la fase di sviluppo. Siamo quinti negli arrivi, si può fare di più. Alcuni risultati positivi sono arrivati con l’istituzione del ministero, come il recupero della competitività del settore e la risalita nelle varie classifiche mondiali, ma possiamo migliorare. Visti i risultati e la consapevolezza, sono convinto che il ministero del Turismo resterà e anzi sarà ancora più forte perché si è capito che è un settore strategico. Non a caso il Pil cresce grazie al settore dei servizi“, ha aggiunto il ministro rispondendo a una domanda alla presentazione della Conferenza mondiale sull’enoturismo.
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